È arrivato l’autunno, e per noi di Orientareoggi si apre così la stagione degli incontri con i genitori.
Sto parlando di quei momenti dedicati a riflettere su come accompagnare i figli tredicenni nella scelta della scuola superiore. La previsione è che per fine novembre avremo incontrato più di 300 persone tra mamme e papà. Una goccia nel mare della genitorialità, tuttavia un piccolo campione per testare alcuni principi orientativi ed osservare se effettivamente permettano loro di aver maggiore chiarezza rispetto al proprio ruolo. Il fine che mi pongo in queste serate di orientamento è di stimolare i genitori ad attuare una sorta di upgrade di alcuni paradigmi educativi che ritengo siano ormai necessari per affrontare con protagonismo questa epoca storica.

Gli incontri, per essere efficaci rispetto all’obiettivo dell’upgrade, sono stati progettati partendo da alcune parole chiave:
- Coinvolgimento nel processo
- Consapevolezza
- Osservazione
- Ascolto
- Sistema
- Riconoscimento del ruolo
- Valore
- Unicità
- Orientamento personale
- Allenamento
- Prospettiva
Ognuna di queste parole, affinché ne sia interiorizzato il significato, prevede dei veri e propri esercizi che nel loro insieme allenano ciò che definisco l’intelligenza orientativa. Non è un caso che a monte dell’elenco vi sia proprio Coinvolgimento del processo. Come mi ha fatto notare il mio correttore di bozze l’engagement iniziale è fondamentale per far sentire i genitori parte di un processo di apprendimento il cui valore dipende dal contributo di ognuno.
Così per innescare una dimensione di comune consapevolezza si stimolano i partecipanti a rallentare il pensiero e a focalizzare l’attenzione su determinati elementi.

Si domanda:
Perché investire tempo ed energie nella scelta della scuola futura?
Le risposte dei genitori sono varie, ma per lo più sottolineano il fatto che la scelta della scuola superiore influenzerà il futuro dei ragazzi dal punto di vista formativo, esistenziale e anche lavorativo. Il perché porta a focalizzare l’attenzione sulle proprie priorità, i valori e i principi che si hanno come genitori.
Ad oggi non mi è mai successo di incontrare un genitore che abbia evidenziato come la scelta della scuola futura sia un’occasione per allenare i figli nel processo decisionale. Credo che dipenda dal fatto che l’attenzione sia tutta rivolta al dopo, non al qui ed ora. Riflettere sulla scuola superiore provoca uno spostamento temporale verso quell’età in cui i figli saranno autonomi, più grandi e se la dovranno cavare da soli. Si tratta di una proiezione della speranza genitoriale!
La scuola superiore viene concepita come una dimensione che fornirà ai ragazzi quell’autonomia personale e professionale (più o meno marcata a seconda del tipo di indirizzo) grazie alla quale troveranno un lavoro, una fonte di reddito, faranno carriera, saranno felici.
Per ripotare i genitori nel presente, li stimolo a focalizzare l’attenzione sul percorso scolastico che i figli hanno svolto fino a quel punto. Propongo un veloce storytelling a partire dalla scuola materna alle scuole medie per mettere in risalto gli attori di questa storia: l’Apprendimento, lo Sviluppo delle Risorse, la scoperta del Potenziale. Nella quotidianità infatti, può succedere di smarrire il senso di ciò a cui si dedica tanta energia: il rischio è di non essere coscienti come il Fare sia un mezzo per sviluppare l’Essere. Allo stesso tempo si dà per scontato che i figli abbiano sviluppato delle capacità solo per il fatto di averle esercitate fin da quando sono nati. Nel caso specifico mi riferisco alla capacità di decidere e scegliere. Il processo di Decision Making richiede la messa in atto di azioni molto diverse.

Decidere da de-cadere significa Tagliare
Scegliere da eligere significa preferire
Molti genitori pensano che i figli, sebbene fino a quel punto siano stati accompagnati per mano a scuola, siano improvvisamente capaci di valutare su come continuare la propria storia.
Pura illusione simile a quella che, solo per il semplice fatto che parliamo fin da piccoli, sappiamo comunicare.
Come fra parlare e comunicare vi è una differenza abissale, allo stesso modo avviene fra scegliere o decidere e attuare un processo di Decision Making.
Tanto più che la scelta della scuola superiore ad oggi si caratterizza come:
- Complicata: visto il numero di indirizzo
- Complessa: visto l’intreccio di variabili da prendere in considerazione su un tempo di 9.000 ore (circa 5 anni di tempo scuola) perché 5 dalla prima elementare alla terza media sono 8…
- Caotica: si è sommersi da input che distraggono dall’ascolto della propria voce
Ritornano le 3C che utilizzo per tratteggiare la realtà attuale. La scelta della scuola può essere letta e vissuta come un’opportunità per sperimentare le abilità richieste per orientarsi in questo Mondo.
A questo punto degli incontri, spesso la dissonanza cognitiva in atto in molti partecipanti è palpabile.
Queste informazioni mettono, infatti, in dubbio alcune convinzioni personali sviluppatesi in un’epoca in cui effettivamente era tutto più semplice e rettilineo.

Serve coraggio per abbandonare le proprie sicurezze. Eppure è necessario farlo per evitare vissuti drammatici sintetizzabili nella frase: pensavo sarebbe andata diversamente.
Ecco una di queste sicurezze:
la scuola porterà sicuramente mio figlio ad avere quel tipo di lavoro per il quale sta studiando.
Essa è il risultato del seguente paradigma:
- Scelgo la scuola
- La scuola mi darà il lavoro
- Farò quel lavoro per tutta la vita e nella stessa azienda
Tutto scorre liscio.
Purtroppo si tratta di un paradigma che già da tempo ha dimostrato la sua fallibilità. E tra l’altro può portare a sviluppare vere e proprie patologie psicologiche conseguenti al mancato riscontro fra ciò che si crede avverrà e ciò che accade realmente.
Il confronto con i genitori diventa così un’occasione per promuovere un nuovo modello culturale:
La scuola superiore non è il fine, non è la risposta definitiva al proprio progetto di vita. La scuola superiore è uno dei mezzi per rafforzare le capacità, le attitudini, gli interessi/passioni e le intelligenze sulle quali si ritiene di voler investire. In definitiva è una scelta per valutare per la prima volta, come continuare la propria evoluzione personale e professionale. Per sfruttare questa opportunità è necessario essere consapevoli di ciò che si vuole per poi capire come progettarlo.
Ovviamente questo ciò che si vuole e di come progettarlo va facilitato tenendo in considerazione l’età dei protagonisti. Occorre promuovere un risveglio sensoriale che consenta anche ai più giovani di percepirsi soggetti Creativi, nel senso più ampio della parola. In questo i genitori possono sia proporsi come modelli che stimolare i figli a scoprire la propria unicità e bellezza.

La scelta della scuola superiore è solo l’incipit di un viaggio che sarà ricco di avventure, di imprevisti, di sorprese, di cadute e delle possibilità e capacità di rialzarsi, che consentirà di esplorare e ad esprimere la propria natura.
Tanto più si sarà coinvolti in questo viaggio di Apprendimento, tanto più ci si sentirà capaci e sicuri di poterlo tradurre in una professione che sarà gratificante sotto più punti di vista.
Chiudo con ulteriore contributo del mio correttore di bozze, che ringrazio moltissimo, perché mi aiuta a migliorare la capacità di far sintesi scritta, e non solo, di ciò che sperimento nella pratica orientativa.
Molti genitori lascerebbero la scelta a i proprio figli quasi deresponsabilizzandosi da un ruolo importante in questa fase della vita di quei tredicenni, altri invece tendono non a d orientarli ma a sostituirsi a loro nella scelta (spesso andando troppo al rialzo o troppo al ribasso) poco consapevoli delle capacità e obiettivi aspirazioni dei propri figli, altri ancora alleati nell’intraprendere un percorso condiviso con i figli alla scoperta di ciò che ancora a quei figli risulta poco chiaro di sè e di ciò che vogliono – Il romanzo MI Decido e il libro Liberə di decidere la scuola superiore: manuale di consapevolezza per giovani studenti credo serva anche ad incoraggiare e sostenere questa alleanza o sbaglio?
Di Massimo Ravasi