TEXTUS

“Ognuno di noi è le parole che sceglie: conoscerne il significato e saperle usare nel modo giusto e al momento giusto ci dà un potere enorme, forse il più grande di tutti” V. Gheno

 

… infatti ci permette di prendere una posizione, di definire e dare forma a chi vogliamo essere all’interno del contesto in cui ci troviamo. Ci permette di direzionare le vele ed orientare il nostro pensiero verso mete prototipizzate e abbozzate.

 

In queste prime righe si trova la risposta ad una domanda apparentemente banale e semplice, ma che ha stimolato la mia riflessione in relazione all’orientamento.

Perchè parliamo?

 

Vera Gheno in “Potere alle parole” racconta come il linguaggio ha profonde basi biologiche ed è nato, in primis, dalla necessità di comunicare in maniera più efficace le esperienze. 

Nel corso della storia, come le altre invenzioni umane, il linguaggio si è evoluto ed ha cambiato obiettivi e modalità di utilizzo.

 

Possiamo dire che parliamo perchè è il modo più economico e rapido che l’uomo, come unica specie dotata di Verbo, ha trovato per trasmettere informazioni. Ora, queste informazioni hanno tre funzioni principali:

 

  • Descrivere sè stessi
  • Descrivere il mondo
  • Comunicare con gli altri, condizione naturale dell’essere umano, che è un animale sociale

 

Riflettendo, la prima di queste tre funzioni è profondamente orientativa e permette di avviare il processo di costruzione del sè o di trasformazione del sè, per poi entrare nel mondo e comunicare con gli altri. Da qui nasce l’idea dell’esperimento delle parole orientative per la narrazione della storia personale.

ESPERIMENTO:

 

 

PAROLE DA BAMBINA

 

Il mio primo ricordo da bambina è stata Memole. Folletta coraggiosa e curiosa che arrivata sulla Terra deve ambientarsi. Ha molti amici, esplora ed è alla ricerca di nuove avventure per aiutare gli altri.

 

Queste prime parole del ricordo cominciano a dare forma ad un’io che mi accompagna nel corso delle scuole elementari dove la lentezza mi caratterizza nell’apprendimento di materie scientifiche. Me la cavo, invece con le parole e mi piace metterle insieme con creatività: inventare, disegnare e scrivere storie mi affascina e mi rende felice.

 

Le parole che riecheggiano durante tutto il periodo della mia infanzia diventano curiosità, avventure, creazione, esplorazione e stare con gli altri. E srotolano un pezzo del gomitolo di filo rosso, che si annoda in adolescenza, quando ho dentro un gran rumore!

 

 

PAROLE DA ADOLESCENTE

 

Ho cominciato una scuola nuova, che mi appassiona. Emerge più forte l’interesse per le lingue straniere, l’italiano e la comunicazione con gli altri, di cui mi piace prendermi cura e con cui mi appassiona il confronto, sia a scuola che nei miei pomeriggi sportivi, in palestra, giocando a pallavolo.  

 

Disordinata e responsabile, con la voglia di stare con persone che la pensano come me, dire come la penso e giocare un ruolo che fa la differenza. E non solo nel campo di pallavolo ….

 

Esplorare e conoscere nuove culture diventa un light motive: prima o poi vado in Africa a fondare (o affondare, come diceva mia mamma) una scuola, “perché imparare rende liberi”. E’ che ci credo proprio.

 

Testarda e ed idealista nei confronti di un mondo più giusto e da scoprire, si evidenziano sempre più la passione per l’inglese e la voglia di viaggiare: il filo rosso del mio gomitolo intricato viene arricchito da parole come comunicare con gli altri, educazione, culture diverse.

 

PAROLE DA GIOVANE ADULTA  

 

Devo scegliere cosa fare da grande e non posso, non iscrivermi alla facoltà sociale per eccellenza: sociologia

Comincio a condividere con le persone che incrocio, idee diverse dalle mie, ed i miei orizzonti idealistici si allargano e diventano meno rigidi. 

L’idea e la parola che emerge è contributo. La domanda che affiora: cosa posso fare io?  

È allora che il gomitolo sbatte nell’Esperienza. Africa: progetti educativi in asili.

 

Esperienza che ha ripagato la mia ideologia sull’istruzione con un bello schiaffo da un lato, e con tanto entusiasmo di agire, fare, progredire dall’altro, affinchè tutti i bambini del mondo possano crescere liberi nel pensiero e sviluppare spirito critico.

bambini-africa

 

PAROLE DA ADULTA

 

Apprendere (con creatività), allenare potenziali e competenze (per annaffiare potenziali), orientare le diverse intelligenze per costruire percorsi identitari … in fondo … lavorare con le parole: il piacere per l’italiano delle elementari che ritorna.

 

Comincio a camminare con uno zaino, a volte pesante e a volte leggero, sgrezzando la teoria che il cammino, orienta, dentro e fuori.

 

Osservo attentamente I processi che si innescano quando valorizzi il potenziale di ragazzi, che definiti fragili dalla società, si dimostrano blocchi di marmo bianco da cui togliere l’eccesso e far emergere magnifiche sculture e fiumi impetuosi, che, se incanalati, sono meravigliose potenze naturali.

 

Il gomitolo intricato si scioglie con la consapevolezza che il mio filo rosso passa per la parola orientamento.

 

E in fondo che cos’è il ricercare le proprie pepite per dargli valore e costruire la propria storia, se non un fantastico viaggio tra cammini, curiosità, società, persone, apprendimento, valorizzazione, rispetto e potenziamento dello spirito critico?

 

Parole che costruiscono il mio Io da quando, nella mia camera parlavo con Memole, sconsiderata e coraggiosa folletta che si avventura con un gruppetto di amici, oltre i confini della loro piccola isola, aldilà della foresta. 

 

Tra quali parole scorre il tuo gomitolo di filo rosso?

 

TEXTUS

 

Nel nostro comunicare, sia esso scritto o parlato, creiamo testi. Questa parola deriva dal latino textus, alla base anche del termine tessuto. Il testo, come il tessuto, è qualcosa che si crea intrecciando fili.

 

Nell’orientamento, ricercare le parole che tornano nelle storie personali, è come intrecciare fili di diversi colori, alcuni cupi, alcuni vivaci. E’ come toccare fibre di consistenza diversa, alcune morbide, alcune ruvide. E’ come sentire il profumo dei gomitoli di lana piuttosto che di quelli di cotone.

 

E scegliere quali colori, quali fibre, quali profumi intessere per disegnare l’arazzo personale in questo momento di vita.

 

 

 

 

Di Sara Marchiori

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