SE’ E IDENTITA’

Mi racconti una storia?  

 

E’ una prima domanda per facilitare un percorso che faciliti lo sviluppo di un racconto di sé. I bambini chiedono che gli si racconti una storia per essere trasportati in un mondo fantastico. Nel racconto accade che si sedimentino e si interiorizzino i momenti gioiosi della giornata ma anche le paure affrontate, a volte superate a volte no. I racconti fantastici permettono al bambino di diventare altro, perché nel racconto ritrova un senso. Allo stesso modo una narrazione personale dà modo di viaggiare all’interno di sé, scoprendo paesaggi a volte ignoti. 

 

Accompagnare le persone a riconnettere i fili delle loro storie ha un che di magico: si dà vita a una trama che può rivelare un significato prima ignoto. Riconoscere il tema di una storia facilita la nascita di una identità narrativa e permette di scoprire la propria continuità. 

 

Certo siamo fatti di tanti fili, ma una volta trovato il “Sé unificante”, il fil rouge che ritorna, possiamo dar voce a un’immagine integrata e più definita.  

 

Savikas propone uno stimolo quando dice che “si può pensare alla formazione dell’identità come ad un incontro (ed un dialogo) tra la tesi dell’individuo (Sé) e l’antitesi del mondo (ruolo) e alla realizzazione di una sintesi tra entrambe (identità). Per questo le identità vengono costituite da un Sé psicologico e da un contesto sociale”1. 

 

Diventa quindi indispensabili, all’interno di un mondo veloce, ambiguo, complesso ed incerto, essere curiosi si rispetto al sé (a ciò che abbiamo interiorizzato con il tempo) sia del contesto (ciò che osserviamo e percepiamo). Il fine è definire un’identità che sia consapevole di ciò che le accade, e che per questo è libera di scegliere. 

 

Curiosità: nella sua etimologia si ritrova la parola cura. Trasportato nel Life Design è quell’atteggiamento che rende nuova ogni cosa, invita ad esplorare a scoprire a vedere opportunità diverse, a riscoprire un nuovo “che cosa” dopo ogni esperienza, dopo ogni avventura, dopo ogni apprendimento. 

 

“Dovreste stupirvi ogni giorno del vostro potenziale”2 evidenzia Dyer. Mi permetto di aggiungere che la curiosità ci permette di passare dal dovere al piacere di scoprire nuove parti di noi. Guardarsi ogni giorno con occhi nuovi: scegliere e cogliere la pienezza dei momenti per assicurarsi la possibilità di crescere e raggiungere mete inesplorate e meravigliose come individui unici e perfetti nell’imperfezione.  

 

 

Sara Marchiori 

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