PROVERBI ORIENTATIVI

La saggezza popolare, trasmessa oralmente di padre in figlio, è ricca di proverbi che ormai stanno scomparendo. Che cos’è un proverbio? Un proverbio è un breve motto che condensa in poche parole un’esperienza. A proposito di esperienza: essa ha un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento.

 

Secondo la teoria di Kolb esso è il risultato di un ciclo di quattro fasi:

  1. Esperienza concreta: ci si lascia coinvolgere e ci si mette in gioco. In questa fase si sperimenta.

 

  1. Osservazione riflessiva: è il momento dell’osservazione sia esterna che interna, grazie al quale si attiva l’ascolto di sé stessi e del mondo.

 

 

  1. Concettualizzazione astratta: è il momento della riflessione, intesa come attività cognitiva volta a pensare regole, a trovare analogie, a conferire un significato all’esperienza.

 

E infine la

 

 

  1. Sperimentazione attiva: mettere in campo la capacità di trovare soluzioni in nuove esperienze usando ciò che si è appreso.

Proprio questa ultima fase sfrutta il pensiero adattivo grazie al quale si strutturano prassi e principi che consento di affrontare problemi e decisioni future. Le quattro fasi di Kolb sono basate sulla convinzione che l’apprendimento umano sia un processo per prove ed errori. Il bambino cade e si rialza; ciò che lo muove a perseverare è la curiosità o semplicemente il piacere che prova nello stare in piedi. In questo processo spontaneo, si potrebbe dire genuino, intervengono in seguito fattori culturali, educativi che agiscono, molte volte, da freno.

 

Il risultato è che si inizia a temere di sbagliare. A questo punto il ciclo potrebbe bloccarsi.

La saggezza popolare suggerisce un antidoto a questo proposito:

chi non fa, non falla

Cinque parole in grado di dare un messaggio chiaro e diretto, con la stessa sfrontatezza di un motto Americano elaborato da un guru della comunicazione.

 

Proprio per questo inserisco Chi non fa, non falla nella lista dei motti attivanti e che facilitano l’orientamento. Nella sua sinteticità si oppone a quei sabotatori interni che provocano il freezing interiore:

  • Paura:
    questo è probabilmente uno tra i più “grandi” agenti sabotatori. Perché auto sabotarsi è soprattutto aver paura di fallire e quindi non provare nemmeno a cominciare. Quante cose non facciamo per paura? Di non riuscire, dei giudizi, di non essere all’altezza?

 

  • Procrastinazione:
    in questo caso, c’è un micro passo in avanti al livello energetico, avrei anche voglia di fare una determinata cosa, ma non la faccio, mi tiro indietro la rinvio continuamente con delle motivazioni futili, che risuonano molto più simili a delle scuse.

 

  • Perfezionismo:
    Mi saboto perché qualunque cosa faccio la voglio fare perfettamente e quindi mi taglio le gambe in nome della perfezione (questo punto è sicuramente meglio dei precedenti… ma è comunque un agente sabotatore, E’ vero che mi fermo in nome della perfezione, ma il succo non cambia, mi fermo!).

 

  • Pigrizia:
    è sicuramente la forma più passiva, quando infatti ci abbandoniamo ad una pigrizia cronica neanche ci viene voglia di iniziare a fare qualcosa, rinunciamo prima di cominciare!

 

  • Vittimismo:
    Vorrei fare tante cose, c’è della progettualità, dell’organizzazione ci sono le idee…. Ma c’è anche tanta lagna. Vorrei, ma… “non posso”, “ nessuno mi aiuta”, “gli altri ce la fanno e io no”, “ è ma…, è ma…”. Ecco, anche qui il risultato cambia poco o niente, alla fine ci blocchiamo, ma per fare la lagna ci vuole energia!

Se ancora non bastasse si può rincarare la dose con un altro must dei tempi passati:

A chi non vuol far fatiche, il terreno produce ortiche.

 

Un proverbio che richiama l’attenzione su uno dei fattori che incidono fortemente sul raggiungimento del proprio successo: il faticare.

 

Un detto, tra l’altro, che richiama la pedagogia del Giardino Interiore: prendersi cura di sé e di ciò che il terreno potrebbe produrre inconsapevolmente se non gli si presta attenzione. A confermare questi concetti-principi possiamo trovare molti altri proverbi come:

Chi non semina non raccoglie – Come farai, così avrai.

La saggezza popolare compensa il diretto realismo che in alcuni casi potrebbe ferire, con motti che hanno lo scopo di rafforzare l’efficacia personale:

 

A goccia a goccia si scava la pietraA granello a granello si riempie lo staio e si fa il monte.

Sono dei veri e propri mantra interiori, da utilizzare a seconda della sfida a cui ci si trova di fronte. Rosari motivazionali da ripetere quotidianamente per farsi coraggio, fiduciosi che A gran salita, gran discesa.

 

Si passa infine alla rassegna dei detti che promuovono le risorse interiori. Questa sorta di pop coaching o folk coaching, propone massime che vogliono rafforzare l’empowerment:

  • A chi batte forte, si apron le porte.
  • Accade in un’ora quel che non avviene in mill’anni.
  • Con arte e con ingegno, si acquista mezzo regno; e con ingegno ed arte, si acquista l’altra parte

Tutto dipende però dal Cominciare, che Dio provvede al resto.

 

Attivazione, fiducia e consapevolezza che:

Bisogna fare il pane con la farina che si ha e che A ciascuno sta bene il proprio abito.

 

In fondo è una questione di battere il ferro fin che è caldo e non scoraggiarsi perché:

Anche la legna storta dà il fuoco diritto.

 

Seppure al Tempo non si comanda tuttavia:

Chi cerca trova e chi domanda intende.

 

L’importante è individuare la giusta altezza, né troppo alta, né troppo bassa perché:

Ai voli troppo alti e repentini sogliono i precipizi esser vicini

 

In questo sabato di inizio primavera, preso dalla fretta di uscire avrei chiuso così. Un finale poco coach che tarpa le ali invece che aprirle. Così lascio il finale al mio correttore di bozze perché ciò che ha scritto a margine dà coraggio:

“anche se è bellissimo questo ultimo detto non mi piace forse troppo razionalizzante (oserei dire bloccante forse, chiude invece di aprire a vedere le possibilità, fa stare fermi nell’analizzare troppo se è opportuno buttarsi o no); non so se avrei concluso così perché quando ci si butta un margine di rischio c’è comunque, anche quando c’è consapevolezza, conoscenza, competenze, anche quando si colgono le opportunità, anche quando si persevera e ci si impegna. Nonostante tutti gli elementi che è bene tenere in considerazione prima di buttarsi, si tratta comunque di tuffarsi perché alla fine:

 

 Chi non Risica non Rosica!”

Condividi questo articolo:

Potresti leggere anche:

CONSAPEVOLEZZA E CONSAPEVOLEZZE

“L’essenziale è invisibile agli occhi” La complessità e la dinamicità della condizione umana, sociale ed economica è evidente nella quotidianità. Le disuguaglianze, le contraddizioni, e

LEGGI TUTTO »

MINDSET IN CONSTRUZIONE

L’orientamento come pratica per leggere la quotidianità In questo periodo dell’anno stiamo portando avanti con Orientareoggi un percorso formativo legato alla motivazione con i docenti

LEGGI TUTTO »