ORIENTAMENTO: INTELLIGENZA, LIBERTÀ, SENSO DEL LIMITE

“Essere liberi non significa sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un mondo che rispetta e valorizza la libertà degli altri” Mandela

La filosofia di base di Orientareoggi è accompagnare le persone alla riscoperta di sé, affinché siano libere di saper scegliere e valorizzare il loro potenziale, con intelligenza.

Alla luce delle cronache di quest’estate (dalla ragazza coperta di cioccolata su un buffet in un resort, all’orinatoio a forma di bocca di donna, alle violenze di gruppo da parte di ragazzi molto giovani etc…), mi sono chiesta, come persona e come orientatrice cosa vuol dire e che senso ha, allenare questa libertà e questa intelligenza, ed in che modo, questi due concetti si connettono con il senso del limite.

Intelligenza

Che cos’è l’intelligenza? Domanda ampia e che ha interessato filosofi, sociologi, pedagogisti di tutto il mondo. L’intelligenza è la capacità di utilizzare la mente per creare connessioni neuronali e sinapsi che ci permettono di interpretare la realtà e viverla, orientandola verso i nostri obiettivi, rispettando i nostri valori e costruendo i nostri significati, consapevoli di essere all’interno di un Sistema più grande, al quale possiamo contribuire.

Essere intelligenti significa essere responsabili di ciò che pensiamo, di ciò che sentiamo e di come agiamo, nella misura in cui la responsabilità implica “saper rispondere” della nostra partecipazione al mondo.

 

Si tratta di valutare le nostre scelte e le nostre risposte, nonché categorizzarle nelle scatole “Bene” e “Male”. Si sa, le categorie servono per semplificare la realtà e non sempre sono azzeccate per definire un mondo complesso. Tuttavia, all’interno della riflessione sull’intelligenza, queste due scatole tornano utili. In un mondo in cui il relativismo etico è seducente e comodo, la distinzione tra bene e male è molto complicata. Sembra che tutto sia permesso, che non esiste più bene e male, che ognuno può fare quello che vuole, riconoscendo però questo “diritto” solo a sé stessi.

L’utilizzo dei diversi tipi di mente, da quella disciplinata, che permette di allenarsi e controllare l’impegno nei confronti di un obiettivo, a quella sintetica, che permette di captare le informazioni rilevanti, a quella creativa che permette di cercare soluzioni innovative a problemi, sembra essere desueto.

Ma soprattutto, sembriamo esserci dimenticati della mente rispettosa e di quella etica. La mente rispettosa permette di accogliere gli altri e di rispettarli (nelle differenze di mente e corpo), di trovare soluzioni pacifiche ai conflitti. La mente etica lavora sul piano della considerazione dei bisogni altrui, superando l’egocentrismo ed il puro tornaconto personale.

 

– Oltre quali limiti siamo disposti a spingerci per un incremento del profitto economico?

– Quale immagine stiamo dando della figura femminile e quale ruolo le stiamo riservando in questo momento storico?

– Quali stimoli stiamo lanciando alle nuove generazioni scrivendo e pubblicando articoli, post, immagini e commenti?

– Quali sono i valori che stiamo sottolineando ed enfatizzando?

 

Ma soprattutto:

– Che tipo di ambiente sociale, economico, culturale vogliamo e stiamo contribuendo a costruire?

Sono alcune delle domande che hanno l’obiettivo di pungolare la riflessione. Perché, credo, essere intelligenti significa rallentare ed chiedersi verso dove siamo diretti e quale ruolo vogliamo giocare all’interno dei sistemi in cui siamo inseriti.

Libertà

Tematica che è centrale all’interno della professione che ho scelto di svolgere. Parola che tocca nel profondo alcune corde personali, la libertà è un concetto che rievoca l’immagine dell’aria, della brezza, del vento che sospinge le vele. Perché credo sia la base per la meravigliosa espressione di sé.

Nella dichiarazione dei diritti umani l’articolo 1 recita “Tutti gli esseri umani nascono uguali in libertà e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e devono agire nei confronti degli altri in uno spirito di fratellanza”.

 

Interessante il binomio libertà, collegato all’essere dotato di ragione e di coscienza. La libertà è interconnessa con l’utilizzo della mente, del pensiero e della scelta per aprire varchi alle immense possibilità di realizzazione del proprio sé. Tuttavia, l’articolo della dichiarazione sollecita il confronto con uno spirito di fratellanza.

 

In tre righe emergono concetti orientativi intensi e profondi:

– il potenziale: nei termini di dotazione di ragione e di coscienza che supporta

– l’espressione libera degli uomini e dei loro diritti

– all’interno di un Sistema, dove viene prescritto il riconoscimento dell’altro come fratello. 

 

Domande:

– Quanto queste tre righe vengono espresse da 1 a 5 nel contesto e nel tempo attuale?

– Quale significato stiamo dando alla parola libertà?

– In che modo la stiamo esprimendo come singoli ed all’interno dei nostri sistemi di riferimento?

Senso del limite

Uno dei detti popolari che sentivo più spesso da bambina era “chi troppo vuole, nulla stringe”. Saggezza popolare che richiama la voglia dell’uomo, da un lato di andare oltre, di spingersi verso il troppo, ma dall’altra il rischio di perdere tutto. Volendo attualizzare il detto, possiamo tradurlo con un “la continua ed ostentata dimostrazione al di là dei propri limiti, porta a perdere se stessi” ed aggiungerei anche il contatto con il senso di fratellanza (o di decenza…) richiamato nell’articolo 1 della dichiarazione dei diritti umani.

I sistemi giuridici e morali ci offrono alcune indicazioni per orientarci con più facilità all’interno del complesso sistema della realtà, ma abbiamo bisogno di integrarle con un personale convincimento ed un corretto ragionamento interiore.

Le auto istruzioni, i limiti, ci permettono di definire, delineare dare una forma a noi stessi, ai nostri pensieri ed alle nostre azioni, ricollocandole in una cornice fatta di contesto, valori, persone ed identità personale. Avere il senso di questa forma, sentire la voce della propria identità in maniera chiara e forte, gustare i propri limiti come vulnerabilità che ci rende unici nella nostra espressione (ed accoglierli) è il primo passo per agire con intelligenza la nostra libertà.

Soprattutto è la prima forma d’incontro con l’altro che può arricchirci, con i suoi, di limiti, e costruire un senso ed un significato più ampio dell’avventura che è l’esistenza.

Forse, Rolland aveva ragione nell’affermare che “La felicità sta nel riconoscere i propri limiti ed amarli”, per poter esprimere con bellezza e pienezza (senza esagerazione, ostentazione ed egocentrismo) il proprio potenziale.

 

 

Di Sara Marchiori

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