MOTIV(in)AZIONE

La motivazione è uno dei fattori da tenere in considerazione nel momento in cui parliamo di orientamento. Una delle prospettive da cui si può partire per leggere questo processo è quella connessa al piacere.  

“Il piacere è lo stratagemma inventato dall’evoluzione per aumentare il coinvolgimento nel migliorare il controllo di sé e la padronanza sull’ambiente”.  

 

Perché è interessante partire da questo presupposto? 

Muoversi da questa chiave di lettura, ci permette di cambiare prospettiva, passando dal verbo “devo” al verbo “voglio”.  Sostenere, a livello lessicale, la propria volontà, permette di entrare in contatto in misura più intensa con quella parte innata di noi che è connessa al piacere ed alla passione.  Infatti, entrambe questi elementi, sono naturalmente legati agli esseri umani. Prendendo a riferimento la teoria della tripartizione del cervello di Mc Lean(1), possiamo identificare nel cervello rettile il cosiddetto sistema della ricerca, ovvero quel “sistema motivazionale” che spinge l’uomo ad esplorare l’ignoto. E passando dall’esterno all’interno, spinge l’uomo ad apprendere, a sentirsi capace e competente, a superare i propri limiti. 

 

Questo piacere è molto profondo ed è un trucco che Madre Natura ha fornito al genere umano per rafforzare l’impegno e la propensione a mettersi in gioco, non solo per la sopravvivenza, ma anche per l’evoluzione personale e dell’ambiente circostante. Gli neuro scienziati definiscono questo piacere, “wanting” e lo legano a quello che è il desiderio. Dal punto di vista chimico è affascinante notare come questo, sia prodotto dalla dopamina, un neurotrasmettitore che, innescato, ci spinge ad impegnarci a fondo per raggiungere un obiettivo. Nel momento di piacere massimo, il picco dopaminergico fissa un legame con i neuroni, per memorizzare l’esperienza di successo… e darci motivo di replicarla, davanti ad un altro obiettivo sfidante.  

 

1. Secondo Maclean, il cervello si sarebbe evoluto gradualmente, aggiungendo a una struttura di base (il famoso cervello rettiliano, dominato dagli impulsi primari) un cervello paleo mammaliano (corrispondente al sistema limbico e deputato alle emozioni) e infine la neocorteccia e le aree prefrontali (deputate al ragionamento ed alla razionalità). 

 

ENERGIA CHE SI GENERA E SI AUTOGENERA  

Questa energia viene innescata dalla curiosità nei confronti di una situazione, una persona, una sfida. La curiosità accende letteralmente i centri dell’attenzione, ed insieme all’intenzionalità fanno si che il desiderio si strutturi e diventi “motivazione persistente”. L’intenzionalità, legata alle aree prefrontali del cervello, non è un concetto astratto: produce modificazioni neurali che implicano maggiore concentrazione nei confronti dell’azione che si sta portando avanti. 

Partendo dallo sport possiamo immaginare come Gibo non abbia saltato all’Olimpiadi 2 metri e 35 senza aver alzato progressivamente l’asticella: la motivazione è nata e si è sviluppata attraverso il costante allenamento e l’intenzionalità rispetto all’obiettivo. Nelle attività orientative, più lente e connesse ad un cambiamento personale, la sfida a sostegno della motivazione, sta nel riprodurre il processo, accompagnando i ragazzi e gli adulti nell’entrare in uno stato di flow che permetta di aggiungere progressivamente tasselli nuovi e diversi all’esperienza che stanno portando avanti, sia a livello cognitivo che a livello emotivo, andando a sviluppare strategie e stratagemmi che modificano la percezione cognitiva del senso di padronanza, verso obiettivi sfidanti che non siano né impossibili, né scontati e verso quello che possiamo definire pensiero pieno. 

 

ORIENTATIVA – MENTE 

Uno degli elementi che, all’interno dei percorsi di Orientare Oggi, si va a costruire o decostruire, ricreare, modificare è proprio la percezione cognitiva, nell’ottica di mantenere accesa la curiosità e lavorare sull’intenzionalità, in primis verso sé stessi ed i proprio obiettivi, ma anche in un’ottica sistemica e profondamente legata all’intelligenza emotiva. 

Alcuni strumenti che crediamo siano utili per mettere in azione le diverse energie, risvegliare i motivi e l’intenzionalità sono:  

  • Domande aperte: è come dare un foglio bianco (ops lo facciamo!) e dare avvio ad una facilitazione, rispetto alla tematica (alla giusta altezza dell’asticella rispetto alla classe), mettendo i ragazzi e gli adulti nella condizione di riflettere ed elaborare. Le domande aperte permettono di evocare sensazioni, immagini, dettagli di storie che possono essere narrate. 
  • Narrazione: Forbes definiva “la diversità come l’arte di pensare insieme in modo indipendente”. Creare narrazioni con persone diverse che artisticamente creano ed intrecciano fili, consente di far emergere vissuti e convinzioni che possono essere utili al gruppo nel cambio di prospettiva, nella rilettura della propria situazione dando un altro significato e puntando al proprio obiettivo in maniera più intenzionale e pragmatica 
  • Prototipizzazione: la realizzazione di prototipi rende il processo stimolate in quanto costruisco fisicamente nuove immagini di me, con la possibilità di cambiare quei pezzi, che, nel qui ed ora, non mi incuriosiscono, non sono funzionali ai miei obiettivi e di conseguenza non attivano la mia motivazione. Lavorare per prototipi significa, in primis osservare, per poi agire valorizzando quelle parti di me che danno luce ai motivi della mia azione. 

 

QUAL E’ LA PIU’ PICCOLA AZIONE CHE POSSO FARE QUESTA MATTINA PER AVVICINARMI AL MIO OBIETTIVO? 

Si dice che le azioni siano mosse dalla motivazione. Se questo è sicuramente vero, possiamo prendere in considerazione che è altrettanto vero anche il suo contrario: la motivazione nasce nel momento in cui mi muovo, agisco. Infatti, ogni azione porta a risultati. Siano essi positivi o meno, ci danno modo di osservare se ho posto l’asticella troppo in alto, se posso spostare il passo, oppure mi danno una conferma rispetto alla strada che sto percorrendo, andando ad agire sulle mie convinzioni. Nel momento in cui mi convinco che la strada è quella giusta, che l’obiettivo fissato è adeguato, e riconosco l’azione fatta e la modalità adottata, lavorerò su quello che è il mio potenziamento personale e questo mi motiva a proseguire con le azioni che sto portando avanti. Nasce così un circolo virtuoso … di apprendimento. 

All’inizio dell’articolo, abbiamo evidenziato come il sistema motivazionale sia innato e questo li porta ad essere esploratori, desiderosi di apprendere e conoscere.  

Guidare adulti, giovani, bambini e ragazzi nell’accendere i loro voglio, sostituendoli con i devo, nonché riflettere con curiosità rispetto ai diversi scenari possibili, sostiene ed alimenta la nostra motivazione, legata al piacere di accompagnare e disegnare strade con persone convinte ed in azione. 

 

 

Sara Marchiori 

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