L’approfondimento del costrutto dell’Intelligenza Orientativa è un work in progress. Lo spunto che anche noi esseri umani la possediamo nasce dall’osservazione della natura.
Quando entro in classe per gli incontri di orientamento, dico ai ragazzi che l’incontro sarà dedicato a potenziare e rafforzare l’intelligenza orientativa. Qualcuno mi guarda con aria interrogativa, come non avesse ben capito.
Racconto la storiella che uno psicologo famoso, il signor Gardner, ha teorizzato che noi esseri umani abbiamo molte intelligenze. Sottolineo che al di là delle intelligenze classiche che si esercitano a scuola -linguistica, matematica, musicale, visivo spaziale- ne ha individuate molte altre -interpersonale, cinestesica, naturalistica e pure esistenziale…-.
Lo stesso Gardner non ha escluso che in futuro se ne potessero individuare delle altre. La concezione pluralistica delle intelligenze di Gardner contiene in sé un messaggio di ottimismo nei confronti dell’educazione. In ogni individuo, sempre che non vi siano patologie limitanti, sono presenti i semi di tutte le intelligenze.
Ai ragazzi dico che alle intelligenze di Gardner ne ho affiancato un’altra: l’intelligenza orientativa, la medesima che permette alle oche di compiere migliaia di km per migrare proprio in quel laghetto disperso, la stessa che permette a una formica di tornare alla base, quell’intelligenza che permette a un cane di ritornare alla propria casa.
Il passaggio dal proporre un’attività di orientamento ad una in cui si sperimenterà, scoprirà, rafforzerà l’intelligenza orientativa facilita l’innesco della curiosità ossia della voglia di ampliare il proprio orizzonte culturale, di conoscenze, di scoperta. Più l’orizzonte si amplia più si diventa curiosi e più si amplia la prospettiva e la conoscenza personale di sé e del mondo.
Quando chiedo ai dodicenni “A che cosa potrebbe servirci l’intelligenza orientativa?” resto sempre stupito ossia colpito nell’anima. Nelle classi le risposte diventano metafora del grande viaggio che stanno per cominciare: serve a trovare la strada giusta, a decidere quale direzione prendere, a ritrovare la strada quando ci si perde, ad andare in posti nuovi, a scoprire un nuovo territorio.
Quanta bellezza e quanta motivazione nell’approfondire il valore di questa intelligenza, un costrutto risultato di molte abilità tra cui alcune fisiche, alcune psicologiche, alcune emotive.
Una decisione è proprio l’esito di un pensare, sentire e agire. L’assenza di uno di questi tre elementi compromette il passaggio al cambiamento di stato.
Vivere una dinamica di gruppo è un’opportunità quanto mai rara. Si tratta di momenti in cui l’orientatore può arricchire il percorso che si sta proponendo con nuovi spunti per facilitare connessioni logiche nel pensiero di chi partecipa.
E’ come scoprire delle perle da portare in superficie. Il risultato è un incremento di consapevolezza.
Così è stato oggi. Spesso mi definisco un filosofo della semplicità, mi si perdoni proprio per questo di quanto sto per scrivere. Ad alcuni sembrerà banale. Nella mia basicità, però, l’ho trovata una connessione potente da proporre a dei ragazzi di seconda media.
Fra Chi sono oggi __________________________________________________e Chi sarò domani
Ci sono le mie decisioni |
Quando ho scritto alla lavagna questa frase, ho fatto in modo che la frase di connessione ci sono le mie decisioni emergesse da loro. L’effetto ottenuto è stato quello wow. Ho intuito di aver facilitato, in alcuni di loro, un salto dimensionale. Lo si vede perché i ragazzi, quando accade, dilatano le pupille come se fossero stati trasportati da un ascensore velocissimo in cima ad un altissimo grattacielo, su fino al terrazzo. Chiudi gli occhi e immagina quale potrebbe essere il panorama a cui ti trovi di fronte.
Dalla stessa connessione logica si evince quale sia il valore dell’intelligenza orientativa.
Ignoro chi sarò domani ma se utilizzerò la mia intelligenza orientativa aumenterò le mie probabilità di dar voce a molte delle intelligenze di Gardner.
Una ragazzina mi ha chiesto se doveva completare la frase chi sarò domani. Le ho detto di fare un esperimento: tieni il foglio e scrivi fra le due frasi agli estremi le scelte importanti che prenderai nei prossimi 10 anni; a quel punto scrivi la risposta.
Se prestiamo attenzione riusciamo a rispondere, a tratteggiare, a fare una bozza di chi siamo oggi. Allo stesso tempo possiamo immaginare, prospettare, intravedere chi potremmo essere domani, ma il risultato sarà dato dalle scelte che prenderemo.
L’uomo ha una bussola interiore, a volte capita che si smagnetizzi altre si è ignari di possederla. In alcuni casi basta l’allenamento per potenziarla.
Questo è il valore dell’intelligenza orientativa.