Breve dissertazione per approfondirne la ricerca
Sono in molti ad aver impegnato energia e tempo ad approfondire che cosa sia quell’elemento che ci rende unici. Già Socrate, nelle parole di Platone, affermava di credere in una divinità che chiamava Daimon.
“Questo ‘spirito guida’, secondo il filosofo, è in realtà presente in tutti gli uomini, e accompagna ciascuno nel corso della propria vita. Non solo: infatti il daimon è anche il compagno scelto nell’Ade dall’uomo prima di cominciare la sua esistenza terrena e che, dopo la morte, guida l’anima sino al luogo in cui deve essere giudicata. Dunque, esso si configura come uno spirito guida della coscienza, e si identifica con le forze divine del male o del bene e arriva durante il sonno a consigliare ed illuminare.” (tracce di studio.it)
Il concetto viene ripreso anche da Jung che afferma senza mezzi termini che: “In ultima analisi, noi contiamo qualcosa solo in virtù dell’essenza che incarniamo, e se non la realizziamo, la vita è sprecata”.
Il concetto di Daimon, raccontato da Platone nel mito di Er, viene ripreso anche da J. Hillman che con i suoi studi ha introdotto nell’orientamento esistenziale un concetto fondamentale: la vocazione personale.
Nella versione di Hillman il Daimon è quello spirito che avanza pretese e tormenta l’essere umano fino a quando questi non accetta di liberarlo dandogli espressione.
Parole quest’ultime quanto mai attuali, visto il neo trend del dimettersi da un lavoro sicuro in funzione di trovare una condizione professionale e esistenziale che rispetti maggiormente la propria natura ed esigenze.
L’archetipo del Daimon viene tradotta, più recentemente, in una veste più educativa da Sir ken Robinson che proprio in The Element racconta la storia di personaggi famosi che sono riusciti a dare voce al loro Elemento grazie:
- All’incontro fortuito con persone (mentori, guide, aiutanti) che ne hanno colto il potenziale
- Ad una tendenza ad affrontare il rischio e buttarsi in esperienze quanto mai incredibili
- Alla profonda fiducia nelle proprie capacità
- Ad una potente voce interiore che guida verso quella meta
- Ad un piacere immenso nel praticare una determinata attività
- Alla consapevolezza che si è qua sulla Terra proprio per ricoprire quel ruolo
- …
Proprio lo stesso Sir Ken Robinson è testimone, grazie alla sua stessa storia, dell’incredibile miracolo di riuscire a dar voce alla propria essenza, a quel nucleo particolare.
Quanti riescono in questa impresa?
Innanzitutto occorre fare una distinzione fra l’Elemento e il Talento. Seppure in The Element, Robinson racconti la storia di personaggi diventati famosi, tuttavia, credo, abbia avuto l’intenzione di evidenziare come ognuno possa dar voce alla propria vocazione fermo restando che:
- Si ponga in ascolto di sé stesso;
Non sto parlando di quell’ascolto sintetizzato dalla frase: non so cosa voglio fare nella vita adesso devo pensare a cosa voglio fare nella vita e per questo provo ad ascoltarmi.
L’ascolto di sé stessi è qualcosa che avviene nella quotidianità, mentre svolgiamo le mansioni in cui siamo incappati o che abbiamo scelto. In quell’occasione si può attivare uno speciale orecchio interno che sente quanto siamo immersi in ciò che stiamo facendo, quanta, seppur stiamo faticando, energia stiamo generando. E’ un orecchio speciale che a sera rimanda quest’eco:
Beh seppure sia stata una giornata dura, non cambierei ciò che sono e faccio con altro.
Si perché alla fine siamo proprio ciò che facciamo a 360°: a scuola, al lavoro, nelle relazioni, nelle passioni, negli interessi, nella vita.
In ciò che facciamo l’elemento trova sempre un modo per metterci lo zampino, a patto che gli sia permesso di esprimersi, e non sia stato spaventato nel corso della propria storia.
In molti casi infatti, l’elemento è stato cacciato dentro uno stanzino a suon di giudizi e rimproveri.
E se ne sta lì al buio, tutto solo, diviso dal resto. Succede che si senta pure in colpa ed esprima il suo dolore sussurrando:
Non vali niente.
Per questo prendersi cura dell’Elemento diventa una forma di rispetto nei propri confronti.
Purtroppo non è semplice, seppure il libro di Robinson potrebbe essere arricchito da migliaia di storie di donne e uomini che, anche se anonimi, hanno trovato il modo di dar voce al proprio Elemento.
La difficoltà nell’esprimere ciò che ci rende unici potrebbe essere dovuta a molteplici fattori:
- Un contesto che proietta un Dover Essere diverso da ciò che si E’
- L’essere continuamente Distratti da Tentazioni esterne e interne
- Incontri che allontanano invece che avvicinare alla scoperta di sé
- Il restare solo in superficie (seppure la superficie possa esser molto ampia tuttavia mettere la faccia sotto acqua promuove la scoperta di un mondo sconosciuto)
- …
Orientareoggi è un movimento culturale che si propone proprio di educare e potenziare quell’orecchio che può fare la differenza fra essere e non essere. La scelta diventa tale nel momento stesso in cui si hanno più opzioni da accogliere dentro di sé. Solo allora si ha una possibilità unica e rara: individuare, osservare e focalizzare l’attenzione sul proprio elemento.