Mi è sempre piaciuto osservare i cerchi provocati dal lancio di un sasso in uno specchio d’acqua. Si diffondono a seconda del peso e della forza con cui è scagliata la pietra; l’acqua da ferma, immobile, inizia a muoversi e le piccole onde raggiungono una canna di bambù o una ninfea in fiore.
I pesci sotto la superficie alzano il muso verso l’alto, turbati dal movimento. E intanto la pietra va verso il fondo dove si deposita a fianco o sopra ad altre pietre. Magari si adagia semplicemente sul fondo. Seppure il rumore venga attutito dall’acqua qualcuno ne sente il tonfo.
Sopra e sotto la superficie si muove. Il sistema diventa altro. A volte sembra tornare alla quiete poco dopo. Altre volte lo stesso sasso dà vita a un effetto domino di cui si scorgeranno i segni a valle. In tutti i casi in profondità è avvenuto qualcosa: c’è un nuovo elemento.
Larghezza e profondità sono alcune fra le dimensioni da tenere in considerazione per orientarsi, ma anche per orientare.
Larghezza: gli aspetti che rivelo di me. Di alcuni sono consapevoli: cfr. quadrato in alto a sinistra della finestra di Johary. Di altri aspetti sono, invece, meno consapevole: cfr. quadrato in alto a destra della finestra di Johary.
Profondità: ciò che ancora non ho mostrato al mondo, perché non ne sono capace, perché ho paura che sia sbagliato, perché sono ancora incerto se sia effettivamente così. Cfr. quadrato in basso a sinistra finestra di Johary.
Ora piega il collo e guarda verso il cielo. Cosa vedi? A volte questo guardare provoca un senso di vertigine inusuale perché dal basso verso l’alto.
Intanto le nuvole continuano a specchiarsi nello stagno.

Immagina ora di alzarti lentamente, stai lievitando e ti muovi nell’azzurro: le case si fanno sempre più piccole, gli alberi diventano macchie verdi, la terra diventa un puntino striato di blu e bianco. Ora sei immerso nel buio puntinato di stelle. Delle meteoriti ti passano a fianco.
Osservi il nostro sistema solare, che fa parte di una Galassia che fa parte di un Universo. Si ignora se sia finito o infinito, ma tuttavia è espanso.
Come ti senti? Immersi nell’immenso siamo minuscoli…
Ritorni sulla terra e atterri sano e salvo. Dura poco perché riparti: inizi a volare ma questa volta è diverso. E’ come entrare in una fotografia che zooma verso particolari sempre più piccoli, microscopici. In un gioco di scatole cinesi vedi i filamenti di un filo d’erba, gli esseri microscopici nell’aria, il reticolo delle ali di una farfalla, le cellule che formano l’epidermide della tua mano.
Come ti senti?
Nel micro l’uomo assume di grandezza.
L’essere umano è grande e piccolo allo stesso tempo. Importante e insignificante. L’uomo contiene in sé gli opposti. Scoperti i poli, il Nord e Sud, si può cominciare a valutare verso quale punto spostarsi. Quando il fine è dare voce a sé stessi, alla propria identità, allora questa scelta diventa importante, anzi Sacra.
I cerchi si sono fermati. Avrebbero potuto andare ancora oltre, ma per ora va bene così.
Quanta forza voglio dare alle azioni che metterò in campo?

Disegna su un foglio di carta il tuo stagno: rappresenterà il tuo spazio esistenziale. E ora valuta una scelta che ti stai appropinquando a prendere. Quali sono i tuoi poli?
Quale sasso vuoi scagliare in questo spazio? Descrivilo precisamente, come consiglia l’acronimo smarter. Le decisioni vanno declinate. E adesso butta il sasso.
Quali cerchi provocherà. Chi influenzerà? Con chi entrerà in contatto? C’è qualcuno che potrebbe restarne turbato? Qualcuno godrà del movimento di quell’ondina?
Il sasso cadrà in profondità. Quali altri sassi ci sono laggiù? Nell’insieme a che forma danno vita? Una torre, una montagna, un sasso distanziato dall’altro, un mosaico colorato?
Con quale forza lo vuoi scagliare questo sasso? Il movimento è il risultato di una concertazione e sincronizzazione.
L’orientamento, che magia. Ti dà modo di far crescere, come in un orto, della sana verdura, ricca di vitamine. La verdura prende il sole e l’acqua.
Elementi primordiali.
Ogni volta un’avventura, alla scoperta di sé, consapevoli che siamo parte di quello stagno, ma ne siamo anche fuori. Siamo fortunati: possiamo generare dei cerchi.
Giotto docet: ci vuole talento, ma anche tanta pratica.
A te la scelta.
Orientareoggi è una community aperta: il suo apprendimento è partecipato. Apri la porta e entra. Se ti va osservi e poi decidi.
Ti aspettiamo.