FOCUS: SCEGLIERE la SCUOLA SUPERIORE

Confronto tra Istituti Tecnici, Licei e Istituti Professionali in termini di pensiero

Ottobre, per i ragazzi delle medie si avvicina quel momento in cui sono davanti ad una scelta.

Entrando nelle classi ed ascoltandoli, colgono la profondità del momento e lo vivono con trepidazione, alcuni, con ansia, altri, con indifferenza altri ancora. Ecco allora che rallentare e proporre un momento di pensiero e di riflessione fa decantare le emozioni e focalizzare la domanda: Dove sono?

In particolare, l’articolo di oggi, vuole proporre un approfondimento rispetto a dove sono con il pensiero, o meglio, che tipo di pensiero mi caratterizza e quale tipologia di scuola può potenziarlo.

 

Secondo la psicologia, ci sono 9 tipologie di pensiero:

 

  • PENSOSO: fa riferimento a Dewey e si caratterizza per la capacità di rappresentare idee e situazioni e supporta nell’aumentare la consapevolezza rispetto al legame tra pensiero ed azione

 

  • CRITICO: si riferisce all’inchiesta, analisi e valutazione della conoscenza, evidenziando le diverse realtà che possono nascondersi dietro la realtà facendolo in modo logico.

 

  • ANALITICO: aiuta a capire meglio una situazione, ad analizzare approfonditamente la realtà e ad organizzarla in modo da poterla elaborare in un modo migliore.

 

  • LOGICO: consiste principalmente nell’ottenere nuove idee da quelle già avute, seguendo un ordine logico e preciso.

 

  • SISTEMICO: consiste nel vedere le relazioni che hanno diversi elementi che compongono un sistema.

 

  • ANALOGICO: quando pensiamo in modo analogico, stiamo organizzando le nostre idee per fare confronti tra loro. 

 

  • CREATIVO: si riferisce alla produzione di nuove idee, nuove esperienze, nuove realtà

 

  • PRATICO: si riferisce alla realizzazione pratica di conoscenze acquisite e alla propensione di “mettere a terra” I pensieri

 

  • DELIBERATIVO: si riferisce al modo in cui le persone devono prendere le loro decisioni. Magari prendendo in considerazione anche il cuore e la pancia.

 

Ma allora cosa significa, in termini di allenamento del pensiero frequentare un liceo? Un istituto tecnico? O un istituto professionale?

Dalla definizione che ne dà il Miur “Gli Istituti Tecnici offrono una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico. Allo stesso tempo favoriscono lo sviluppo di competenze che permettono un immediato inserimento nel mondo del lavoro (in un’impresa o in un’attività autonoma). Con il diploma di Istituto tecnico, è possibile proseguire gli studi all’università, soprattutto nei corsi di laurea scientifici tecnologici ed economici, o specializzarsi ulteriormente presso gli Istituti tecnici superiori. I nuovi Istituti tecnici valorizzano il binomio scienza e tecnologia per favorire la crescita della cultura dell’innovazione.”

 

Gli istituti tecnici offrono l’opportunità di approfondire non solo un pensiero astratto e creativo, ma di lavorare per la messa a terra delle idee innovative che si sviluppano, potenziando anche il pensiero deliberativo.

 

Gli istituti tecnici mixano il pensiero teorico e quello pratico, lavorano sull’analisi, sulla lettura della realtà con un occhio particolare ai cambiamenti attuali ed alla gestione delle dinamiche tecniche, per poi attivarsi e mettere in pratica le soluzioni ideate.

 

Potenziare il pensiero presso un istituto tecnico, significa lavorare su competenze trasversali come l’osservazione, la lettura e l’interpretazione di dati e la loro analisi, per poi procedere alla concretizzazione del processo.

 

L’aspetto di riflessione, analisi, programmazione e metodo che caratterizza in parte gli istituti tecnici, si trova in misura preponderante nel Licei.

 

Dalla definizione che ne dà Treccani “nella Grecia antica con Liceo si indicava una località nei pressi di Atene, che traeva nome dal santuario di Apollo Liceo e dove Aristotele aveva una scuola nella quale svolgeva il proprio insegnamento filosofico; più tardi il termine designò in genere luoghi pubblici in cui si tenevano esercitazioni letterarie e filosofiche, e divenne infine, per estens., titolo di scuole superiori, anche universitarie. “

Da qui, il Liceo è stato sinonimo di studio, approfondimento, maturazione di un pensiero critico, astratto, progettuale e di analisi di fronte alle diverse situazioni a cui la vita ci pone di fronte.

Quindi dal liceo, potrei aspettarmi di @vivoscuola “Acquisire gli strumenti culturali e metodologici necessari per una comprensione approfondita della realtà. Sviluppare la capacità di porsi con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi.”

 

Questa definizione, da un’indicazione di che cosa vuol dire frequentare un liceo, sebbene, sempre più spesso, all’interno di questi percorsi siano inseriti anche esercitazioni pratiche, pensiero deliberativo ed esperienza anche in azienda, per avvicinare gli studenti a quello che è il mondo in cui stanno per entrare.

 

Quello che è certo è che il liceo permette di potenziare quei tipi di pensiero organizzativi, di metodo, di valutazione ed analisi della realtà, cambiando anche prospettiva. Il liceo potenzia competenze trasversali come la capacità di analisi e di sintesi, la programmazione e il metodo, per cogliere le diverse sfumature che la realtà presenta, per poi prendersi il tempo (magari all’università) di orientarsi su un contributo al mondo, piuttosto che un altro.

Mondo che gli istituti professionali fanno entrare in maniera attiva all’interno del loro pensiero didattico.

Dalla definizione che ne dà il Miur, gli istituti professionali sono “percorsi di apprendimento personalizzati, un bilancio formativo per ciascun studente, docenti tutor che lavorano con i singoli per motivare, orientare e costruire in modo progressivo il percorso formativo, un modello didattico che raccorda direttamente gli indirizzi di studio ai settori produttivi di riferimento per offrire concrete prospettive di occupabilità.

E ancora: metodologie didattiche per apprendere in modo induttivo, attraverso esperienze di laboratorio e in contesti operativi, analisi e soluzione di problemi legati alle attività economiche di riferimento, lavoro cooperativo per progetti, possibilità di attivare percorsi di alternanza scuola-lavoro già dalla seconda classe del biennio.”

 

Arriva dalla definizione la preponderanza di un pensiero più pratico. La presenza di momenti di riflessione, analisi e confronto sulla realtà è calata all’interno di un contesto operativo, dove il potenziamento del pensiero è legato alla concretizzazione di prodotti, più che di concetti e strategie.

 

La sperimentazione e il mettere a terra, il pensiero deliberativo sono legati ad esperienze all’interno del mondo del lavoro. L’istituto professionale, permette di praticare ed osservare in maniera concreta l’applicazione e gli esiti del mio pensiero, anche all’interno di un sistema. Il pensiero sistemico e di analisi, offrono l’opportunità di a chi frequenta gli istituti professionali di captare sfumature della realtà, vivendola direttamente ed allenando competenze trasversali come: il lavoro in gruppo (già in azienda), il problem solving in situazioni concrete e l’organizzazione di tempi e spazi professionali.

Per noi di Orientare Oggi, c’è un decimo pensiero.

 

Quello orientativo.

 

Il pensiero orientativo vuole accompagnare a dare voce alle sfumature di pensiero e di pensieri che i ragazzi hanno ed osservare come liceo, istituto tecnico e istituto professionale sono tutti contenitori di opportunità.

 

L’abilità sta nel cogliere le proprie peculiarità di pensiero e le proprie propensioni per verbalizzarle ed agganciare il proprio carro a quella stella che lo illumina e lo porti lontano.

 

 

Di Sara Marchiori

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