CREATIVITÀ E ORIENTAMENTO

Terzo appuntamento dedicato alla Top 10 del World Economic Forum per il 2025. Seppure la creatività sia stata inserita nella Top 10, definirla semplicemente una skill risulta piuttosto riduttivo. La creatività più che un’abilità è una risorsa sempre più indispensabile per affrontare decisioni e problemi in cui ci si imbatte nelle diverse dimensioni esistenziali. Quando la creatività è assente o poco sviluppata diventa più probabile cadere in situazioni di stallo, di immobilità o di rinuncia.

Questa risorsa permette infatti di gestire la complessità e il caos implicito a molti degli eventi che si vivono. La creatività è una sorta di fonte grazie alla quale l’agency, ossia la capacità di agire e fronteggiare ciò che ci accade o che decidiamo di far accadere, si energizza. Agendo sull’area cognitiva ed emotiva soccorre, appoggia, sostiene la ricerca per trovare il modo di soddisfare una necessità, sviluppare un desiderio, raggiungere un obiettivo.

 

Fra orientamento e creatività vi è un nesso fortissimo, perché le decisioni e i problemi raramente si presentano lineari.  Seppure ve ne siano una buona parte di semplicemente complicati, nel cui caso si tratta di imparare una procedura che accompagna da un punto A verso un punto B, il più delle volte la realtà ne propone di un tipo che richiede un quid in più.

Molte persone partono prevenute rispetto alla creatività perché convinti che sia una dimensione poco pragmatica, logica, pratica. Nel corso della mia esperienza più volte ho sentito dire: “non sono creativo, io e la creatività siamo agli opposti, non so cosa sia la creatività, solo gli artisti sono creativi..” e via dicendo.

 

Fai un test su di te: “Quanto sono creativo da 1 a 5?”

 

Affermare che esista una ricetta della creatività suona dissacrante, tuttavia sono state individuate alcune abilità che se allenate e utilizzate con consapevolezza incrementano la creatività personale.

Gli studi sulla creatività hanno evidenziato cinque fasi che partecipano a un processo creativo, fondamentali anche nel processo di orientamento o auto-orientamento:

1. LA PREPARAZIONE:

si tratta di un momento contraddistinto da grande curiosità e ricerca/analisi di informazioni sia interne che esterne. In questa fase si diverge il pensiero e allo stesso tempo si accede alla memoria per recuperare dati, elementi, variabili fondamentali per dare spazio a un’idea che sta prendendo corpo. La curiosità allarga il proprio panorama, apre la mente. Si comincia ad osservare ciò che prima era invisibile ai propri occhi. Quando si orienta è fondamentale innescare la curiosità nei confronti di sé stessi. Occorre far in modo che la persona si guardi con interesse, perché uno sguardo coinvolto alimenterà la motivazione necessaria a continuare il viaggio iniziato.

In concreto cosa può fare l’orientatore? Porre domande che portino la persona a vedere altro di sé, zoomare su scorci così da evidenziare e chiedere approfondimenti, esprimere sorpresa e meraviglia. Stimolare l’analisi precisa e dettagliata anche di ciò che si dà per scontato.

2. L'INCUBAZIONE:

definito da alcuni lo “spazio oscuro”; nel dettaglio un’incubatrice è un dispositivo che riproduce condizioni simili a quelle della vita intrauterina e che assicura il giusto grado di ossigenazione, temperatura, umidità e nutrimento. Quest’ultime sono parole chiave per accompagnare a incrementare la creatività. Una volta che si è dato spazio a un’idea, allora occorre prendersene cura. Un orientatore può proporre workout con lo scopo di mantenere vivo il processo, dilatare il tempo, evitare che intervengano bias, promuovere ulteriori connessioni. Da qui si riparte per ri-analizzare ancora una volta il problema, spostare il punto di vista e avere un’inquadratura diversa. Domande come che cosa è successo dal nostro ultimo incontro? Cosa vedi di nuovo rispetto alla scorsa volta? Dove sei arrivato rispetto a…?  hanno questa finalità.

3. L’INSIGHT:

la persona va messa in contatto con sé stessa per vivere uno spazio di solitudine. Un’immagine: il fabbro illuminato dal fuoco della sua fucina. L’orientatore amplifica il silenzio, lascia uno spazio fra una domanda e la risposta. E ora che cosa hai compreso in più di prima? Adesso che hai il quadro più chiaro come intendi procedere? Quali ipotesi fai a questo punto rispetto al tuo problema, la tua decisione? Lasciando il giusto tempo i pezzi del “puzzle” trovano la loro collocazione/sistemazione; l’allenamento consiste nell’accompagnare a stare con sé stessi, a stare di fronte a quella fucina e a vivere anche la paura del silenzio e del nulla, dell’assenza di un’idea. Il mio correttore di bozze ha aggiunto: “Ed è invece proprio qui che spesso, all’improvviso, come un’illuminazione si presenta una soluzione o una risposta inaspettata diversa da tutto quello che si era ipotizzato prima”.

 

4. VERIFICA:

valutare ciò che è stato forgiato. È giunto il momento di decidere se l’intuizione avuta è effettivamente “preziosa” e se vale la pena perseguirla. Si tratta di un’istante dove le emozioni sono intense. Il mio correttore di bozze evidenzia che fra la verifica e l’insight potrebbe esserci un momento che Williams chiama intimation. E’ quell’istante in cui si ha la sensazione di essere sulla giusta strada. Da qui in poi si procede con il trovare le cosiddette prove o argomentazioni che possano dimostrare la consistenza e il valore dell’idea-intuizione avuta. La persona uscita dalla fucina, osserva accaldata quanto ha messo a punto. L’orientatore può accompagnare a sentire e a gustare le emozioni mosse da ciò che accaduto. Lì dove c’era il nulla ora c’è una possibilità. “Che cosa ne pensi? Che cosa senti? Quali emozioni ti muove? E ora stai sentendo qualcosa di nuovo dentro di te?”

 

5. ACTION PLAN:

Vanno individuati a questo punto i passaggi per dare vita all’idea, concretizzare la risposta individuata, testare il proprio prototipo, agire nel sistema. La persona prepara il piano per agire praticamente. In questa fase vanno tenuti e ripresi elementi come l’esperienza personale e il contesto sociale nel quale si agisce. Ancora una volta l’orientatore può facilitare il training con appositi focus proposti prendendo a riferimento l’acronimo smarter: “Come intendi procedere? E nello specifico cosa farai? Che tempi hai previsto? Come reagiranno le persone che ti sono vicino?…”

Tutto parte dall’innescare la curiosità. Così inizia un ciclo di apprendimento che porta allo sviluppo del “sé creativo”. Questa parte si coinvolge e interessa a determinate tematiche/problematiche. Cresce l’intenzionalità di voler individuare idee migliori che innovino e trasformino la propria esistenza. Gli ostacoli, che spesso sono dei veri e propri autosabotaggi messi in campo dalle persone più per paura che per reale consistenza dei vincoli riportati, possono essere molti: vincoli personali, background culturale, scarsa fiducia, mancanza di pro-attività, pessimismo versus ottimismo. L’orientatore è un esperto attento che li individua e permette alla persona di affrontarli.

La creatività è questo: una meta competenza che richiede da una parte abilità approfondite dall’altra una consuetudine mentale ossia un modo di osservare le situazioni e le problematiche del mondo. Essere creativi significa mettere in gioco alcune capacità logiche con un comportamento pragmatico, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo, di un risultato a cui si punta. Essere creativi significa diventare consapevoli di come promuovere un cambiamento. La creatività ci rende liberi di gestire le mille situazioni che si attraversano e non lasciarle al caso.  Sempre secondo Williams il processo creativo richiede un’alternanza di pensiero logico che procede in modo lineare, per sequenze (causa/effetto, prima/dopo, premesse/conseguenze), e il pensiero analogico che si sviluppa in modo non lineare per somiglianze/differenze, suggestioni, metafore.

Allenare la creatività permette alla persona di interiorizzare la convinzione che per orientarsi occorre leggere la complessità e apprendere a manipolare l’insieme di quei differenti fattori che nell’insieme interagiscono. Proprio grazie alla loro sinergia ci si auto-genera.

 

 

Di Massimo Ravasi

Condividi questo articolo:

Potresti leggere anche:

MINDSET IN CONSTRUZIONE

L’orientamento come pratica per leggere la quotidianità In questo periodo dell’anno stiamo portando avanti con Orientareoggi un percorso formativo legato alla motivazione con i docenti

LEGGI TUTTO »

GESTALT E ORIENTAMENTO

Ispirato da un testo di Mario Polito sulla didattica Gestaltica, ho iniziato a sperimentare alcuni fra i principi che vengono proposti da questa teoria nella

LEGGI TUTTO »

PASSAGGI

Di colpo l’inverno sembra avere preso il posto di un autunno molto breve. Per me questa è la stagione dell’Orientamento. Le settimane sono talmente piene

LEGGI TUTTO »