CONSAPEVOLEZZA … E NON SOLO

“Ogni parola che non impari oggi, è un calcio nel culo domani” Don Lorenzo Milani

Condivido l’aforisma di Don Milani per allargarlo all’attualità.

 

Riflettendoci, Don Milani l’ha scritto negli anni ’50 quando l’educazione e l’apprendimento scolastico erano profondamente legati alla didattica, alla lettura, alla scrittura, al fare di conto, alle competenze base, come si direbbe oggi.

 

Le sue parole sono state taglienti e dirimenti rispetto all’idea di educazione e didattica presente nel sistema scolastico italiano.

 

E oggi? A che punto siamo?

 

E’ stato da poco approvato il decreto che evidenzia l’importanza dell’insegnamento di competenze non cognitive nelle scuole.

 

Che sia un turning point? Ci stiamo finalmente dicendo che la didattica è fondamentale, ma ci sono, oltre alle parole, altri elementi per non “prendere calci nel culo”?

 

Ecco, per noi di Orientare Oggi questi altri elementi sono incastonati su tre pilastri: la consapevolezza, l’intelligenza emotiva e l’intelligenza sistemica.

 

Avvicinare le persone ai loro talenti, nonché alla condivisione degli stessi è un lavoro di consapevolezza che risponde alla domanda più antica che l’uomo si sia mai posto: Chi sono?

“L’autoconsapevolezza apre la strada ad una corretta gestione di se stessi”, che sia, cognitiva, emotiva e sociale. Infatti, permette di rivolgere un’attenzione positiva al proprio mondo interiore di pensieri e sensazioni e di comprendere, se stessi in primis, ed il mondo esterno in secondo luogo, anche quando si viene disturbati da pensieri e sensazioni meno positive.

 

L’abilità di sintonizzarsi su ciò che si sa fare e su ciò che si sa condividere, permette la crescita dell’autostima ed ha un risvolto etico, nel momento in cui accompagna e rafforza le persone nel senso di allineamento con i propri valori, i propri interessi, le proprie risorse.

 

In questo modo si costruisce il loro timone interno. Lo stimolare e l’accompagnare in esperienze di apprendimento e di potenziamento vanno nella direzione di rafforzare questa abilità.

 

Perché è così importante?

 

Perché permette la costruzione della resilienza, intesa come quella capacità di

  • dare una valutazione cognitiva a ciò che succede,
  • osservare con speranza il futuro,
  • mettere impegno nelle attività in cui si è coinvolti,
  • avere la convinzione di poter dominare gli eventi che si verificano al punto da non sentirsi in balia degli stessi.

 

Questo diventa il primo step, verso quella che è definita l’educazione sociale.

 

Le abilità sociali sono presenti fin da bambini: si tratta di mantenerle allenate, affinché diventino risorse per la crescita di cittadini protagonisti, leader efficaci, lavoratori che si preoccupano non solo della loro carriera, ma anche del buon clima aziendale.

 

Entra in questo modo in gioco l’intelligenza emotiva, di cui una componente è l’empatia.

Esistono tre tipi di empatia che coinvolgono circuiti neuronali diversi. L’empatia cognitiva ci permette di comprendere come gli altri vedono il mondo e che cosa pensano in relazione alle diverse situazioni. Questo ci aiuta a comunicare in linea con gli schemi mentali dell’altro, e quindi ad essere meglio compresi. 

 

L’empatia emotiva è legata ad un collegamento cervello – cervello e fa scattare quella “chimica” nelle connessioni con le altre persone. L’empatia emotiva ci offre una sensazione immediata di come gli altri si sentono e ci permette di sintonizzarci sulle emozioni dell’altro in tempo reale. Infine, la preoccupazione empatica genera azioni empatiche: mi connetto, mi fermo, aiuto, collaboro. Questo tipo di empatia è basato su antichi circuiti neuronali dei mammiferi che hanno a che fare con la cura e l’allevamento.

 

Si sa “le emozioni guidano le persone, le persone guidano le performance.” Lavorare con ragazzi ed adulti affinché rafforzino compassione ed aiuto all’altro, significa avvicinarli a quell’intelligenza emotiva, che li può supportare nel prendere buone decisioni. Per buone decisioni si intende, dirette verso il sistema di cui si fa parte e non solo verso sé stessi. Ecco allora che nei nostri percorsi di orientamento non può mancare l’intelligenza sistemica.

 

Affrontare ed approfondire il concetto di sistema ed osservarne la dinamicità è il primo step per narrare come, questa dimensione sia, si complicata, ma anche affascinante. Condividere e scambiare impressioni sul caos, fa si che le persone comincino a percepire, vedere e comprendere l’alto livello di complessità esistente. Da qui a valanga: comprendere può portare ad approfondire. L’approfondimento, aumenta la comprensione e di conseguenza l’empatia cognitiva ed emotiva verso il contesto e verso le problematiche ad esso legate.

 

Ognuno con il suo talento, le sue emozioni e la sua peculiare attenzione nei confronti di un’isola piuttosto che un’altra può cominciare a giocarsi la sua preoccupazione empatica.

 

Così ogni timoniere tiene fermo il timone, ritta la barra ed accompagna la nave verso orizzonti più ampi, verso la scoperta della bellezza di essere parte di un qualcosa di più grande, a cui si può contribuire con un’energia ottimista e frizzante.

 

 

 

 

Di Sara Marchiori

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