Come l’apprendimento pieno ed orientato può valorizzarli: “Coltiva la consapevolezza del tuo essere e rivela al mondo la tua unicità” Ray
Perché attenzione e concentrazione sono due beni di consumo?
Quando c’è stato l’avvento delle sigarette avremmo mai pensato che si sarebbe sviluppata la dipendenza da fumo? Avremmo mai ipotizzato che questo era proprio il risultato atteso da chi aveva dato avvio alla vendita di questo bene? La maggior parte dei consumatori mai lo avrebbero sospettato.
Come spesso succede nella storia, l’uomo non sempre apprende dal passato.
Dal punto di vista evoluzionistico, la distrazione costante che proviene dalla tecnologia è un fatto totalmente nuovo.

L’esperienza precedente di apprendimento, cultura, società, ambiente, non poteva prepararci a questa mole di informazioni, attenzioni, concentrazione sul proprio essere, emozioni ego riferite. Semplicemente perché le mappe implicite[1] dei nostri genitori, insegnanti, datori di lavoro, non prendevano in considerazione questi fenomeni, non avendoli mai vissuti.
La nostra intenzione, come quella di insegnanti, genitori, datori di lavoro, non era certo quella di diventare dipendenti dalla tecnologia, ma non sapevamo che alla base della sua stessa costruzione c’è proprio l’obiettivo di creare un prodotto che “mangiasse” la nostra attenzione e la nostra concentrazione.
[1] Mappe implicite: convinzioni che ci formiamo in base alle nostre esperienze e che ci permettono di rappresentarci la realtà e di interpretarla.
[1] Mappe implicite: convinzioni che ci formiamo in base alle nostre esperienze e che ci permettono di rappresentarci la realtà e di interpretarla.

L’economia dell’attenzione è molto redditizia. La nostra attenzione ha dei limiti, il che, genera un’offerta limitata rispetto alla domanda della tecnologia che è spropositata.
Il CEO di Netflix ha dichiarato in un’intervista che il principale competitor della sua azienda è il sonno. Ora. Da questo punto di vista, si comprende bene, come, l’economia dell’attenzione e della concentrazione non sono solo una metafora. La nostra attenzione e la nostra concentrazione sono beni di consumo: più ne dedichiamo alle piattaforme, ai dispositivi, più alto sarà il prezzo a cui gli imprenditori della tecnologia potranno rivenderla.
Qual è la connessione con l’orientamento?
Se prendiamo in considerazione la definizione di intelligenza orientativa come quell’intelligenza bussola che ci permette di prendere consapevolezza del nostro posizionamento rispetto agli eventi interni ed esterni e ci consente di guidare le nostre scelte in relazione ad essi, il nesso salta all’occhio.

Infatti, potenziare l’intelligenza orientativa rispetto a questo fenomeno, permette di prendere decisioni importanti, non solo a livello personale, ma anche a livello sistemico. Pensate, se, all’interno di una scuola, i docenti decidessero all’unanimità di ridurre drasticamente le ore dedicate all’informatica ed all’uso di device per cercare informazioni. Pensate se usassero quel tempo per accompagnare i ragazzi in biblioteca e chiedessero loro di dedicare, tempo, attenzione e concentrazione nella ricerca, su libri e giornali delle stesse informazioni. Cosa succederebbe a livello di sistema?
Suona anacronistico, vero? E rischio pure di essere tacciata per anti tecnologica. Lungi da me demonizzarla, l’intento è quello di prendere consapevolezza di come questo evento sta agendo all’interno di istituzioni educative, e non solo, e chiederci cosa sta succedendo ad una nostra risorsa (attenzione e concentrazione), che spesso regaliamo senza rendercene bene conto.

Che valore hanno attenzione e concentrazione nel nostro vivere quotidiano? E nel nostro apprendere?
Nel momento in cui sono attivo all’interno di piattaforme e device, attenzione e concentrazione sono disconnesse dagli eventi reali che mi circondano.
Anche nel momento in penso di essere multi tasking, in realtà, c’è sempre una percentuale maggiore che dedico a qualcosa: in questo caso alla tecnologia.
Pensate quando siete a pranzo con un amic* ed avete il cellulare sul tavolo. Che messaggio state lanciando alla persona che è con voi? La vostra attenzione e concentrazione sono divise. In che percentuale?

Quando poi, abbiamo bisogno di controllare notifiche e like per avere la scarica di endorfine, possiamo renderci conto di come la nostra attenzione non sia sulla relazione (che tra l’altro potrebbe fornirci le stesse sostanze bio chimiche), ma sulla ricerca del piacere immediato dato dal fatidico like.
Nel momento in cui regalo attenzione e concentrazione alla tecnologia mi perdo l’opportunità di:
- Osservare e catturare segnali
- Ascoltare attivamente ciò che mi viene raccontato
- Essere connesso con le persone che ho intorno
- Potenziare la mia empatia
- Fare meta cognizione
- Gestire un problema
- Prendere una decisione
- Apprendere ad apprendere e strutturare processi
Buona parte di queste attività sono strettamente collegate con quelle che il Ministero dell’Istruzione e del merito ha inserito nelle Linee guida dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.
Accendo volutamente la luce sull’apprendimento.

Cos’è l’apprendimento? E cos’è l’apprendimento pieno?
Ogni momento della nostra vita è plasmato dall’apprendimento, anche se, nel linguaggio comune l’apprendimento ha un’accezione ristretta. Ognuno di noi ha un’immagine di apprendimento diversa, in relazione alla mappa della realtà che ha costruito nel corso delle diverse esperienze. L’apprendimento quindi ha la caratteristica di essere costruttivo: la conoscenza viene costruita in relazione a ciò che viviamo, esperiamo, sappiamo o pensiamo di sapere.
L’apprendimento inteso come apprendimento pieno è quella competenza, sviluppata anche attraverso la meta cognizione, che prende in considerazione diverse dimensioni: quella cognitiva, quella emotiva e quella sistemica. L’apprendimento pieno accompagna in un viaggio che non è solo lettura di mappe implicite e connessioni di informazioni. E’ rielaborazione delle stesse e valutazione da un punto di vista personale. Prende in considerazione la possibilità di allargare la prospettiva a punti di vista nuovi, a nuovi atteggiamenti e comportamenti, considerando le emozioni che sono correlate e il sistema micro e macro in cui si esplicitano le azioni e si esprimono i pensieri.

In particolare, come evidenzia Mattoni, ne “Gli 8 passi per apprendere ad apprendere”, l’apprendimento è quello strumento “che li aiuti, in altre parole, a esprimere il proprio talento ma anche a valorizzare la propria unicità, partendo dal presupposto che ogni persona apprende in un modo unico e diverso. Diventare ciò che si è in un ambito di apprendimento può voler dire proprio di imparare a esprimere il proprio potenziale naturale di apprendimento.”
Questo comporta una visione olistica dell’apprendimento, che si distacca dalla gestione dell’attenzione e della concentrazione come risorse per apprendere informazioni. Attenzione e concentrazione sono barrette energetiche per allenare l’atleta interiore e far si che esprima al meglio il proprio potenziale all’interno della performance sistemica, relazionale, emozionale.
Quante ne vuoi regalare alla tecnologia?