VENDEMMIA ORIENTATIVA

Settembre è un mese ricco di eventi formativi per Orientareoggi, quasi una vendemmia dopo tanto lavoro dedicato al vigneto Orientamento.

 

Negli ultimi mesi dai continui confronti e scambi con le Istituzioni scolastiche abbiamo colto diversi segnali e necessità:

 

“da una parte la Scuola sta manifestando un bisogno di tradurre concretamente le indicazioni del PNRR per quanto riguarda l’orientamento. Dall’altra vi è anche un bisogno di trovare nuove vie, per recuperare un ruolo educativo che incida profondamente sull’evoluzione degli alunni così da prepararli, oltre che culturalmente e professionalmente, anche ad affrontare un mondo che si presenta sempre più complicato, complesso e caotico. “

 

Così abbiamo progettato e sviluppato percorsi formativi caratterizzati da immediata spendibilità, integrabilità e che abbiano come effetto un empowerment professionale.

Per cogliere i segnali occorre prestare molta attenzione alle news che arrivano dall’alto (ad esempio dal Ministero) per poi osservare gli effetti sul sistema.

Di primo acchito, almeno qui fra le montagne del Trentino, le news della scorsa primavera avevano generato un po’ di caos. Il confronto con professionisti dell’orientamento nel resto d’Italia, ci ha permesso di ampliare la visione di quanto stava succedendo e confermare che la comunità dell’orientamento era, in generale, perplessa sul da farsi.

I sistemi sono sensibili ai cambiamenti, tanto più se sono grandi come nel caso del Mondo Scuola.

Tuttavia, ora che è settembre, la nebbia si è diradata. In questi mesi la scuola sembra aver rielaborato la scossa ricevuta ed è entrata in una fase di programmazione per tradurre concretamente le direttive del Ministero. A questo proposito Il PNRR ha sottolineato come l’orientamento sia un’opportunità per gli alunni, per gli insegnanti, per i genitori, per la comunità: “L’obiettivo della riforma è…mettere in sinergia il sistema di istruzione, quello universitario e il mondo del lavoro favorisce una scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi o di ulteriore formazione professionalizzante e contrasta dispersione scolastica e crescita dei neet.” (pnrristruzione.it).

 

Le direttive del ministero, in fase iniziale sembravano escludere la compartecipazione alla riforma degli esperti esterni.

In realtà, ora che l’orizzonte è più chiaro, la scuola ha manifestato un interesse per quanto riguarda percorsi formativi ed esperienze orientative da integrare a quanto già progettato da ogni singola realtà.

L’Orientamento, da sorella minore, ha assunto infatti un ruolo più importante nella scala delle priorità. Così si è creato uno spazio di innovazione ricettivo anche alle idee dei professionisti dell’orientamento esterni alla scuola. 

Orientareoggi, per dare un contributo significativo a questa nuova sfida, ha iniziato l’elaborazione dei suoi percorsi partendo da questa domanda:

Che cosa sta causando questo crescente disorientamento e distacco dalla realtà di molti giovani?

Il risultato è stata una lista in working progress (se vuoi contribuire alla sua stesura scrivici)

  • Senso di inadeguatezza identitario
  • Scarse competenze e abilità
  • Mancanza nello sviluppo di una forma mentis necessaria per appassionarsi all’apprendimento
  • Insufficiente percezione del potenziale della propria intelligenza
  • Dialogo interno poco sviluppato
  • Agentività minima
  • Assenza di strategie efficaci per affrontare problemi e decisioni
  • Scarsa capacità di mantenere la concentrazione a lungo
  • Percezione distratta costantemente dagli stimoli proposti da un marketing diffuso ovunque fin dalla fanciullezza
  • Poca consapevolezza delle proprie risorse
  • Mancanza di noia quale motore attivante della fantasia e dell’immaginazione
  • Prospettiva temporale azzerata, sostituita da un presente edonista
  • Rari momenti di connessione con il sé valoriale
  • Riduzione dell’esercizio del pensare, sostituito dalla i.a.
  • Delega di responsabilità della propria esistenza
  • Fiducia e senso di auto-efficacia basso
  • Ottimismo e positività poco presenti

…Ti va di continuare?

Contribuire alla lista è uno stimolo per guardare sotto la superficie del problema e verificare come non vi siano una ma molte cause che agiscono contemporaneamente. L’orientamento è una questione complessa e, senza voler mancare di rispetto al Ministro dell’Istruzione, vanno evitate le scorciatoie. Rileggendo le cause ci siamo domandati ad esempio, se per alcune di esse non si intervenga troppo tardi nel percorso scolastico.

Certo per chi ha sviluppato agency, gestione emotiva, capacità di problem solving e decision making, pensiero analitico, di elaborazione, valutazione…per chi ha sviluppato un prototipo di identità flessibile di fronte ai cambiamenti perché fondata su solidi valori, gli interventi orientativi classici sono un’opportunità per scoprire altro o rafforzare quanto sperimentato fino a quel momento. Il problema sorge quando questo bagaglio è assente.

Alcune fra le possibili motivazioni? cultura famigliare povera, situazioni sociali ed economiche fragili, storie personali ricche di sofferenzema aggiunge il mio correttore di bozze anche ambienti troppo ricchi di stimoli, ma poveri di relazioni, di tempo di qualità, dove tutto corre veloce, dove non c’è un tempo per l’attesa, per lo sviluppo di agency e autonomia perché tutto ti è dato prima che tu lo chieda, dove c’è sempre qualcuno che interviene al posto tuo per risolvere qualsiasi questione problematica….

 

La domanda successiva che ci siamo posti è stata:

La scuola come può fronteggiare questo crescente disorientamento?

Promuovere informazioni, approfondire l’universo professionale, sviluppare la consapevolezza personale, è una prassi orientativa ancora sufficiente per facilitare lo sviluppo dell’autonomia e della cittadinanza attiva?

Da ciò che sentiamo, osserviamo e verifichiamo oggettivamente a scuola, la nostra risposta è no. Serve oltre a questo anche altro.

Per affrontare questa situazione occorre mettere a punto una fine ingegneria educativa per concretizzare un capability approach secondo il quale ogni essere umano evidenzia sia bisogni che capacità ed è vulnerabile ad una serie di fattori che lo possono rendere incapace o che gli possono impedire l’esercizio delle funzioni necessarie a raggiungere l’obiettivo fondamentale, consistente nella realizzazione di una vita soddisfacente.

Per questo abbiamo investito in questa idea:

La formazione rivolta agli insegnanti e genitori, così come gli interventi rivolti agli alunni, ha il fine di stimolare lo sviluppo di una didattica quotidiana orientativa. In sintesi il suo scopo è: al di là di facilitare l’apprendimento nell’ambito di competenza specifico, di promuovere un allenamento costantemente i sensi, le abilità, le capacità e le risorse necessarie per muoversi in questo tipo di realtà.

 

Siamo sempre più convinti che l’educazione orientativa debba iniziare molto presto perché…

chi ben comincia è a metà dell’opera…

 

Se vuoi approfondire il nostro approccio scrivici; ti ricontatteremo per fissare un momento di conoscenza.

 

 

Massimo Ravasi

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