ZIBALDONE ORIENTATIVO – SCHEMI ANTICIPATORI

Nei vari libri che leggo, mi capita spesso di imbattermi in nozioni e conoscenze affrontate da studente. Ora che ho qualche hanno in più, talvolta riesco a coglierne una tonalità diversa. Credo sia dovuto al fatto che le connessioni intellettive con il tempo si sono amplificate. Così è stato con il concetto di Zibaldone, parola che ho ripreso per intitolare questo articolo. L’ho chiesta in prestito con umiltà a Leopardi. Il poeta, per far tesoro delle sue riflessioni, le metteva al sicuro in una specie di diario, un taccuino di pensieri sparsi chiamato per l’appunto, Zibaldone. Questa pratica di non lasciare al vento ciò che si pensa, di conservare quel flusso nella speranza che torni utile, mi ha portato a riflettere su quante volte io non coltivo i semi di pensiero.

Credo che a volte le idee hanno bisogno di uno spazio dove rimanere a decantare. L’importante è saper ritrovare quello spazio, in modo da poterle ripescare al bisogno e scongelarle.

Lo Zibaldone ha il pregio di essere una sorta di zona franca dove lasciar correre il pensiero, come un cavallo nella prateria, senza paura di essere accusati di ingenuità.

Proprio con questo spirito infantile, caratterizzato dalla curiosità di scoprire e capire- l’archetipo del fanciullo è una risorsa da richiamare ogni volta si inizia un viaggio di apprendimento – ho scelto di affrontare un argomento che sto ancora masticando e verso il quale a dire il vero sento di avere poca chiarezza. Il tema a cui mi sto riferendo è quello degli schemi anticipatori.

Chi si occupa di supporto all’apprendimento utilizza questo termine per indicare la strategia di predisporre una lista di concetti preparatori alla comprensione di un dato argomento. L’evitare questa fase di preparazione potrebbe infatti compromettere lo studio che si sta affrontando. Ho fatto alcune ricerche in rete e ho scoperto che lo stesso termine è stato utilizzato anche da Neisser, psicologo cognitivista tedesco, che ha teorizzato come il processo percettivo coinvolge contemporaneamente uomo ed ambiente in modo circolare. L’uomo si approccia all’ambiente con degli schemi anticipatori derivanti dalle conoscenze pregresse.

 

Questi schemi sviluppano delle aspettative e credenze che guidano le esplorazioni nel mondo e che portano a interiorizzare nuovi input che influenzano a loro volta gli schemi anticipatori.

Le parole anticipare, schemi, ambiente, aspettative, credenze hanno per il sottoscritto lo stesso valore che ha il polline per un’ape. Sono parte di quei mattoncini grazie ai quali facilitare lo sviluppo del design personale e professionale. Dal mio punto di vista si tratta di un vero e proprio processo di sintesi psico-emotivo che mi porta a costruire e vedere una nuova immagine di chi sono oggi, anche grazie a una valorizzazione del passato, orientandomi verso una parte del mio potenziale cui dar voce da qui in avanti.

 

Il risultato di questo ping pong è una domanda….. anzi due:

Quali potrebbero essere gli schemi anticipatori da condividere con chi accompagno?

 

Gli schemi anticipatori, una volta interiorizzati, potrebbero agire sull’efficacia personale di gestire la dimensione del futuro?

 

Ecco al mare magnum di soft skills e life skills ne aggiungo una nuova:

la capacità di gestire il futuro (11 marzo 2023 Massimo Ravasi).

Power puro per un essere umano in balia continuamente del cambiamento e dell’invecchiamento. Questa skill consente di gestire ciò che ancora non è, mettendo in atto della sana prevenzione. Non si assicura il risultato al 100%, tuttavia è garantito un approccio al domani libero dall’ansia del cosa sarà di me.

 

Chiaramente per mettere in campo questa skill occorre generarla, allenarla e sperimentarla se assente. In alcuni casi per raggiungere questi risultati non basta sperimentare. Occorre seguire un training accompagnati da un coach specializzato in orientamento: un coach orientatore.

Le idee portano allo sviluppo di altre idee e così alla fine ci si ritrova in mano un grosso grappolo d’uva. Ogni acino è succoso e contribuisce a dar quel mosto che una volta fermentato diventerà vino.

 

Così è per la figura del coach orientatore: un professionista che conosce la grammatica orientativa e sa che per sviluppare maggiore prospettiva ha bisogno di verificare la presenza o meno di alcuni concetti nel beneficiario. Si tratta per l’appunto degli schemi anticipatori.

 

 

Domande per un check up iniziale:

 

  • Quando pensi al tuo futuro come lo immagini? (schema anticipatore ottimista versus pessimista)

 

  • Pensi che il tuo futuro dipenda più da te o dalle circostanze? (schema anticipatore agency personale versus fortuna).

 Il mio correttore di bozze a margine scrive: questa è la contrapposizione di chi ha uno stile attributivo strategico (per cui sono io il protagonista e tutto dipende da me e dalla mia attivazione o meno) e chi ha quello pedina (che porta a pensare di non avere potere sulle circostanze e quindi porta a scarso impegno demotivazione poco coinvolgimento).

 

  • Secondo te il futuro si può immaginare o sono solo fantasie? (schema anticipatore immaginazione versus fantasia).

Il mio corretto di bozze mi stimola con questa domanda: quale domanda faresti qui al tuo cliente per capire dove propende? Credo che l’immaginazione comporti uno sforzo intenzionale e volontario, c’è un controllo ben cosciente di quello spazio mentre con la fantasia la testa va da sola senza alcun intento né scopo o sbaglio?

 

  • Che emozione associ al tuo futuro (schema anticipatore piacere versus dolore)

 

  • Che cosa ritieni importante per il tuo futuro? (schema anticipatore valore versus materiale)

 

  • I tuoi progetti ti permetteranno di contribuire a cosa? (schema anticipatore io versus noi)

 

Il check up iniziale dà modo di socializzare con gli schemi anticipatori e con alcune parole chiave per gestire meglio il Futuro. Avere dei parametri di riferimento porterà la persona a posizionarsi. Il coach orientatore favorirà una riflessione su quale sia la visione più funzionale al raggiungimento di un obiettivo, o sul lungo tempo di una meta.

Riprendendo Neisser, questa fase inziale potrebbe già mettere in crisi gli schemi anticipatori del beneficiario.

 

Niente paura: un buon coach sa che questo tipo di training prevede anche sperimentare l’incertezza.

 

Schema anticipatore: sicurezza versus incertezza.

 

 

Di Massimo Ravasi.

 

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