DA POTENZA A CONSAPEVOLEZZA

“ Tutti i grandi cambiamenti sono preceduti dal caos”

Seguire un corso formativo per diventare coach, mi sta insegnando proprio questo.  Il caos che genera l’apprendimento, l’incontro con i colleghi, le emozioni che girano per l’aula. Il caos che precede la creazione di una nuova e più completa professionalità.

Lo stesso caos che, in molte occasioni, hanno le persone che si avvicinano a me come professionista dell’orientamento.  E’ bello viverlo, sentirlo, per poi riconoscerlo negli altri e trattarlo con gentilezza… ma quello della gentilezza è un altro tema. Quello di oggi è la potenza.

L’enciclopedia Treccani definisce la potenza in ambiti diversi:

 

FISICA E TECNICA

Il lavoro di una forza, o di un sistema di forze, riferito all’unità di tempo; in generale, l’energia (meccanica, elettrica, termica ecc.) che in un dato fenomeno viene scambiata nell’unità di tempo.

 

BIOLOGIA

In embriologia sperimentale, potenza indica il divenire di una parte dell’uovo o dell’embrione, inteso come ‘possibilità’ anziché come ‘capacità’ o ‘potere’. Si distingue dalla competenza in quanto la potenza di una parte caratterizza l’intero periodo dello sviluppo embrionale, compreso quello che precede ogni traccia di competenza.

Due sono le pillole che emergono:

  • L’energia per un lavoro che viene scambiata nell’unità di tempo

 

  • Il divenire e la possibilità

 

Ed ancora più incredibili sono le connessioni tra la potenza definita in fisica ed in biologia con quelle definite all’interno dell’ambito professionale del coaching. Lo scorso week end gli apprendimenti sono ruotati intorno alla definizione di potenziale umano.

 

 

Partendo dalle definizioni:

 

Treccani definisce il potenziale umano come “Il complesso delle capacità, dei mezzi, delle risorse etc… di cui si dispone o si può disporre per il conseguimento di determinati fini”.

Quindi il potenziale, può essere inteso come un sistema di forze, che nel momento in cui viene utilizzato permette di fare un lavoro verso un obiettivo. Le parti interessanti della definizione di Treccani sono tre:

 

– il potenziale umano, non sembra misurabile (etc …. quindi può esserci altro oltre alle capacità, ai mezzi ed alle risorse?) 

 

– il potenziale umano è quello ignoto e noto (di cui si dispone o si può disporre… quindi una parte la conosco ed una parte no?)

 

– il potenziale umano è rivolto ad un obiettivo…

Di maggiore interesse e che intesse connessioni ancora più forti tra fisica, biologia e coaching è la definizione di Gandolfi rispetto al potenziale umano:

“ Elementi inerenti l’ambito attitudinale, delle disposizioni e dei talenti, quindi le acquisizioni e le componenti apprese (a loro volta in stretta relazione con le prime). Tali elementi, comprendono le capacità, l’intelligenza nella sua globalità e complessità, il carattere o temperamento, la personalità e gli interessi, ma anche gli orientamenti, le motivazioni e i desideri, quindi l’energia nelle sue differenti manifestazioni, nonché elementi riferibili alla struttura fisica, costituzionale e fisiologica (con riferimento quindi a componenti anatomo-fisiologiche in rapporto con aspetti psiconeuro- fisio-immuno-endocrinologici e comportamentali) ”. G. Gandolfi – “Sviluppare il potenziale”.

 

Qui il focus rende maggiormente evidente da dove proviene l’energia per il lavoro che si svolge all’interno della persona: gli elementi che Gandolfi prende a riferimento sono molteplici e attinenti non solo alla sfera del pensiero, ma anche emotiva e fisica.

Ecco allora che il potenziale umano regala sfaccettature diverse. Apre finestre su mondi pianeggianti, alte vette ed anche il mare. Sprizza di energie colorate che soffiano in direzioni diverse e a seconda delle possibilità che scegliamo di sviluppare aumentano o affievoliscono l’intensità. Si perché, come sottolinea Maslow, “le attitudini pretendono di essere sfruttate, e cessano di protestare quando vengono adoperate in misura sufficiente”.

 

La protesta delle attitudini… energia che si muove e potenzialmente ha voglia di esprimere la parte migliore di ognuno di noi. Hillman, nella sua teoria della ghianda evidenzia come “siamo venuti al mondo con un’immagine che ci definisce”. Dare voce, forma, colore a quell’immagine è la missione di ognuno, per regalarci la possibilità di contribuire in maniera significativa al mondo in cui viviamo.

Meraviglia come le definizioni si intreccino. Meraviglia come il coaching (coach in inglese è un mezzo di trasporto … carrozza) evolutivo sia un metodo che accompagni verso la trasformazione di un potenziale latente verso le risorse consapevolizzate, attraverso la vasta gamma di possibilità che si aprono come finestre davanti alle persone… con la libertà di ognuno di scegliere la finestra da cui osservare.

 E’ un movimento, alle volte più veloce, altre più lento. In ogni caso sposta il focus, orienta l’energia e consente di “vedere e sentire ciò che realmente si sta facendo, cioè aumentare la consapevolezza di ciò che si è realmente”. Il passaggio è magico: difficile descriverlo a parole.

 

E’ il momento adrenalinico di quando senti che ogni parola detta, ogni sospiro fatto, ogni sguardo, ogni movimento della mano della persona che hai di fronte, ha fatto centro. La persona si è spostata, ha fatto un’evoluzione nel pensiero, nelle emozioni, nelle azioni …. E tu, come coach orientatore non hai fatto niente.

 

La potenza del silenzio e delle domande! … Spoiler dei prossimi articoli!

 

 

Di Sara Marchiori

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