ORIENTARE AL PENSIERO LATERALE

Orientareoggi ha partecipato al XII Congresso Sio 2023 portando un suo contributo alla ricerca e alla sperimentazione di un Orientamento attuale. Soddisfatto di ciò che abbiamo lasciato, tuttavia sono uscito con un fondo amaro.

 

Una sensazione generata dall’ascoltare, via via, gli interventi delle sessioni plenarie. Le tematiche proposte avevano un che di catastrofico, una vena pessimistica per quanto riguarda la realtà attuale. In molti casi la soluzione offerta, è stata quella di proporre la rigenerazione di una sorta di Umanesimo fondato su un’etica dell’accoglienza e del rispetto reciproco. Tanto di cappello, e pur essendo un tifoso dell’Umanità non mi ha soddisfatto: mi è sembrato di sentire un già detto, un richiamare una dimensione che l’Occidente ha provato più e più volte a far sua, ma che ha attecchito debolmente. Mai dire mai, anche se ci hanno provato in molti a promuovere un cambiamento profondo nella società, ottenendo dei risultati discreti.

 

La società occidentale, permettetemi di dirlo, è intrisa di un individualismo che a volte cade nell’egocentrismo più estremo. Non è un caso che il Narcisismo sia una patologia di moda. Un trend patologico!! Così, per restituire speranza si oppone al male il bene, al nero il bianco, al rifiuto il rispetto, all’esclusione l’accoglienza. Polarizzazioni che mettono a disposizione un Nord e un Sud per valutare quale direzione prendere. Nel frattempo il nostro mondo si è realmente spaccato fra buoni e i cattivi. E far parte dei secondi sembra essere sempre più vantaggioso, sotto molti punti di vista.

E tu con chi ti schieri?

 

Dipende, ovviamente da che cosa si intende per buoni e cattivi. Definire una cornice entro la quale collocare le parole che si utilizzano è un modo per facilitare l’orientamento concettuale. Dal mio punto di vista lo schieramento è una riduzione di termini: la nostra è una società complessa, dove tutto è intrecciato e le sfumature sono tante. La nostra è una realtà inglobata in una bolla psico-emotiva dove spesso la razionalità è un mezzo manipolatorio che ricorre a strategie comunicative che la maggior parte degli esseri umani (compreso il sottoscritto) ignorano.

 

Ovviamente, la sensazione con cui sono tornato a casa è del tutto personale. E’ il rischio delle conferenze: si condivide un messaggio senza avere l’opportunità di un confronto, di un chiarimento, di un quick feedback.

Idea!! lanciare delle survay in tempo reale per sondare quanto il pubblico si rispecchi nei contenuti.

Già fatto e Rischioso. E se poi finisce che il pubblico la pensa diversamente?

 

Aggiunge il mio correttore di bozze: da questa riflessione potrebbe scaturire altro. Spunti:  Rischioso per chi o cosa, di cosa si ha paura o qualcuno ha paura? Di vedere il reale, di affrontarlo davvero? Di stare al passo con i reali cambiamenti anche psicoemotivi? Allora che funzionalità ha un convegno? Quella del confronto reale e costruttivo e della co-costruzione di un pensiero e azione innovativa o quella di plasmare il pensiero a proprio piacimento? La verità la detengono solo in pochi?

 

Comunque sia, a volte serve assistere a delle conferenze e percepire la mancanza di qualcosa. Allo stesso modo di quando si assaggia una ricetta che potrebbe esprimere di più, si inizia una danza del pensiero dal titolo: ci vorrebbe un pizzico di…e si fanno le più disparate ipotesi. Grazie al gusto dell’immaginazione si inserisce prima un ingrediente e poi un altro. Si procede per prove ed errori per avvicinarsi a quel qualcosa di ancora opaco. Può succedere perfino di avere un’illuminazione: una stella cadente che schiarisce il proprio cielo in una notte oscura.

A questo proposito, mentre me ne stavo lì, ad ascoltare con un orecchio l’oratore e con l’altro il mio rantolo interiore mi sono detto che al giorno d’oggi servirebbe un pizzico in più di quel pensiero laterale promosso da Bono. E questo anche per andare oltre ad un pericolo insito in questo tipo di ascolto selettivo (prestare attenzione solo a quelle parti che ci attivano e ci interessano) che può portare al fraintendimento, alla poca comprensione.

 

Tendenzialmente noi occidentali facciamo poco uso del pensiero laterale. Amiamo la linearità del pensiero verticale che si basa sull’analisi, classificazione, valutazione, una messa in atto di passaggi logici fondati sulle esperienze passate, sulle statistiche.

 

Il pensiero verticale per sua natura procede step by step, batte percorsi già affrontati, quelli più conosciuti, evitando di esplorare altre opportunità.  È una forma di pensiero convergente, matematico, razionale, tradizionale, analitico e sequenziale che dà sicurezza e tranquillità perché è noto e spesso percorre strategie ovvie, abituali e di cui si conosce l’esito.

 

È un tipo di pensiero che nell’agire quotidiano risulta molto funzionale (può sembrare funzionale. In realtà la sicurezza che promette spesso si rivela poco efficace nel medio e lungo periodo. Sembra permettere soluzioni immediate, richiede poca fatica e ci evita la messa in discussione di molti aspetti anche del sé….ma  sul medio lungo periodo poi a volte si tentenna, si cade nel dubbio). Tuttavia, riprendendo un’espressione appartenente al coaching, l’umanità sta vivendo una Crisi di Governo, si trova di fronte a un bivio. In questi casi utilizzare il pensiero verticale può risultate riduttivo. Serve altro: il coraggio di andare oltre alle logiche di sistema e far ricorso al pensiero laterale.

 

Tra l’altro la logica verticale è ancora molto diffusa negli interventi orientativi rivolti sia ai giovani che agli adulti. Basti pensare a come, ancora in molti casi, il consiglio orientativo proposto da molte scuole, sia proprio il risultato di un pensiero verticale. Non c’è spazio per guardare ad altro: l’analisi dei risultati didattici porta alla risposta sibillina.

Le Crisi di Governo sono comunque un’opportunità per accedere ad altro. Come quando finiranno definitivamente alcune risorse sulla Terra: finalmente si sarà costretti a cercare altro, pena l’estinzione.

Ecco a livello preventivo occorrerebbe allenarsi fin da subito ad esercitare il pensiero laterale: un piede di porco grazie al quale scardinare le logiche e aprire delle porte rimaste a lungo chiuse. Si immagini un laboratorio di pensiero laterale nelle scuole, dove gli studenti sono chiamati a risolvere compiti di realtà, a trovare soluzioni innovative che stravolgono il panorama. Nuovi punti di vista a cui far seguire azioni di rinnovamento.

 

Per andare oltre occorre uno sforzo ulteriore: amalgamare il pensiero verticale con quello laterale. Non si tratta di opporre un pensiero all’altro ma di generare una forma di pensiero elevato. Un pensiero creativo. Alcuni studi delle neuroscienze hanno infatti proprio evidenziato che alla base dell’atto creativo – degli artisti e dei non artisti – ci sarebbe una combinazione di funzioni del cervello: da una parte il vagabondare della mente con il pensiero divergente e la generazione di idee e dall’altra il controllo dell’attenzione.

 

La creatività è il risultato della collaborazione di due estremi: divergenza e convergenza. Un’alleanza alla base del design thinking e che dà forma a un tipo di pensiero definito Diamante.

Attivata la creatività la si può arricchire con un altro superpotere dell’Essere Umano: la Compassione. Cosa avviene quando si aggiunge la Compassione alla Creatività?

 

Innanzitutto Compassione rivolta a chi? Nei confronti di sé stessi, della propria fragilità e tendenza a cadere. Compassione per le persone che fanno parte della nostra cerchia. Compatire significa condividere il dolore altrui. La fatica che viene richiesta è enorme. Non a caso si tratta di un super potere. Eppure è un buon esercizio per riuscire a diventare degli Umani Armonici. Essere viventi capaci di aver accesso alla propria Creatività, alla propria Compassione e al Coraggio per essere parte del Mondo, e non guide. In sintesi: superare quell’etichetta di Sapiens che sta diventando stretta in una società globalizzata dove differenti culture si stanno fondendo. Siamo nel tempo di Babilonia e occorre far attenzione al processo.

 

Un Orientamento attuale fa anche questo: facilita le connessioni così da superare una logica basata sul bene e sul male e punta invece a diffondere un pensiero nuovo, ciò che mi piace definire Intelligenza Orientativa.

Il fine? Attivare la bussola interiore di chiunque.

 

Un buon incipit? Cominciare a respirare, ad ascoltare, ad osservare.

 

 

Di Massimo Ravasi

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