5 PUNTI per il BILANCIO ORIENTATIVO di FINE ANNO

“L’unico modo per iniziare a fare qualcosa, è smettere di parlare e iniziare a fare” Walt Disney

 

Questo, credo, sia l’aforisma che meglio rappresenta il mio 2022. Il verbo fare è stato al centro dei 350 giorni passati.

Fare esperienze nuove, conoscere nuove persone, sperimentarsi in contesti diversi da quelli del passato, studiare concetti ed argomenti i più disparati, per potenziare la propria professionalità, ma penso, in misura maggiore, la propria persona.

 

Arrivata alla fine di dicembre, prendo l’occasione dell’appuntamento “articolo Orientare Oggi” per condividere la riflessione, su quanto, il fare, slegato dalla riflessione e dalla metacognizione porti sulla ruota del criceto e faccia perdere di vista il senso del viaggio.

TAPPA 0: PERCHE’?

Il viaggio orientativo senza lo sguardo attento alle tappe, alle relazioni intessute, alle emozioni provate, al sistema in cui si è fatto, diventa esperienza sterile.

 

Ecco il perché dell’ultimo articolo di quest’anno di Orientare Oggi, dedicato al tema del bilancio orientativo.

Ripensare ai perché che hanno punteggiato la mappa di quest’anno permette di andare a rivedere le motivazioni che stanno supportando le salite e le discese, le fermate e, perché no, anche le accelerazioni.

 

La ricerca dei perché ha un significato imprescindibile per recuperare ed inserire nella propria cassetta degli attrezzi quello strumento che misurerà e governerà le energie del futuro. Rispetto al perché, possiamo prendere in considerazioni la variabile del senso che ci ha accompagnato durante quest’anno e:

 

  • Ripensare a quel momento a quell’esperienza in cui ci si è sentiti pienamente vivi, entusiasti, in flow. Cosa stavi facendo? Chi avevi intorno? Quali emozioni provavi? Far affiorare i dettagli, anche quelli apparentemente meno significativi, permette di fotografate elementi di senso.

 

  • Dopo aver individuato l’attività specifica, puoi chiederti che cosa ti ha permesso di essere in flow, che cosa ti faceva sentire veramente coinvolto/a. Che cosa ti spingeva a fare quell’attività? Che cosa ti ha fatto amare quell’attività più delle altre?

 

Ecco che avviare questo processo (magari prendendo in considerazione due, tre esperienze) permette di arrivare con qualche pagina del diario di bordo ben abbozzata alla tappa 1.

TAPPA 1: RALLENTARE

Un’attività che amo fare quando mi fermo dopo le tappe dei cammini, è riguardare le foto della giornata. “Perdo” le ore, davanti alla birra di fine tappa con i compagni di avventura a scambiarle e ad osservare le diverse sfumature, che ognuno ha colto nel corso della giornata. E’ un momento in cui rallentiamo e osserviamo i dettagli, che magari sono sfuggiti durante la traversata.

 

In un mondo costantemente in movimento a velocità sempre più elevate, prendersi il tempo di rallentare è un lusso. I prossimi giorni, un po’ di rallentamento delle attività, arrivano come un regalo da scartare sotto l’albero, per disporre sul tavolo le fotografie di quest’anno e le pagine del diario di bordo scritte.

 

E tu che fotografie hai davanti alla tua tazza di the fumante? E a quali pagine del tuo personale diario di bordo, decidi di dedicare attenzione? Quali parole evidenzi e sottolinei? 

TAPPA 2: ESPERIRE

“Etimologia dal latino: experiri, derivato di peritus esperto. È senza dubbio una parola alta, impegnativa: descrive un tentare ragionato, un provare che pondera bene il risultato alla luce di una certa esperienza.”

 

Quando durante una delle attività parte del mio diario di bordo, ho chiesto ad un gruppo di ragazzi con fragilità, cosa significasse per loro la parola esperienza, la risposta di uno di loro è stata tanto semplice quanto profonda: “la vita è esperienza”. Ecco. Le meraviglie del mio lavoro. Senza dubbio, parola impegnativa, l’esperienza è qualsiasi attimo che viviamo e a cui prestiamo attenzione.

 

  • A quali attimi di quest’anno hai guardato con maggiore attenzione?
  • Quali profumi hai sentito e ti hanno commosso, fatto venire in mente ricordi piacevoli/spiacevoli?
  • Quali materiali hai toccato che per te hanno un significato? Con quali materiali ha costruito qualcosa di rilevante per te?
  • Quali i suoni che ti hanno attivato? Quali le melodie che hanno toccato il tuo cuore e la tua mente?
  • Quali le pietanze che hai gustato? Quali i sapori che hanno soddisfatto le tue papille gustative?

 

L’esperienza arriva innanzi tutto, dall’attivazione sensoriale: 5 sono i sensi, ma a ben pensarci, l’epidermide può essere considerato il sesto. Siamo costantemente a contatto con le energie delle altre persone anche attraverso la pelle. Il campo elettromagnetico che ci circonda, manda onde energetiche che risuonano con chi è vicino.

 

  • Quali campi elettromagnetici hai incontrato quest’anno? Con quali sei entrato in una risonanza, per te, di benessere? E quali che invece ti hanno infastidito?

TAPPA 3:
IL GRAFICO TEMPORALE DEL PIACERE

Le prime tappe permettono di arrivare al terzo punto di ristoro con diverso materiale tra le mani. Un esercizio per comprendere come indirizzare le energie verso il prossimo anno è la linea temporale del piacere. Altra attività che rientrerà nel mio diario di bordo e svolta con entusiasmo dai ragazzi dell’istituto professionale dove ho la fortuna di insegnare.

 

  • Traccia una linea sul foglio, delineando un periodo di riferimento.

 

  • Segna con un puntino gli eventi degni di nota, sopra la linea se l’evento è stato un momento di benessere, sotto la linea se l’evento è stato poco piacevole

 

E’ importante che i puntini abbiano sotto una piccola narrazione: cosa rappresenta per te quell’evento? In che modo è significativo? Che tipo di attività stavi svolgendo? E’ un evento relativo alla tua sfera personale o professionale? Quali emozioni stavi provando?

 

 

  • Una volta disegnato il grafico, seguendo un principio del design thinking, e considerando le cene e le rimpatriate, potrebbe essere interessante condividere la propria linea del piacere.

 

Si sa la narrazione permette la focalizzazione ed innesca un processo virtuoso di cristallizzazione degli apprendimenti.

TAPPA 4: APPRENDIMENTO

“Cadere non è un fallimento. Il fallimento è rimanere là dove si è caduti”, diceva Socrate.

 

Riprendi la tua linea del piacere e sia per gli eventi che hanno generato in te benessere, sia in quelli che sono stati i momenti più bui, chiediti:

 

  • Quali dati interessanti sulla situazione/contesto posso dedurre da questa situazione?

 

  • Quali informazioni utili posso dedurre sulle mie competenze (Cosa so fare? Cosa conosco? Chi sono?)

 

  • Quali indicazioni posso osservare rispetto alle emozioni che ho provato? E rispetto alle azioni intraprese?

 

Ecco allora che, l’esperienza diventa apprendimento, ed è ambasciatrice di informazioni e dati che, letti ed interpretati, possono essere la base costante da cui partire per direzionare in maniera consapevole la propria energia.

 

FINE ANNO

Rendersi conto di quanto, cosa e come si sono vissute le diverse esperienze, è come arrivare in vetta al tuo monte preferito. E’ come gettare l’ancora nella caletta prediletta o salire in cima al grattacielo della città che hai sempre sognato di vedere. Arrivare in pianura e vedere l’orizzonte con il sole al tramonto, o all’alba, se preferisci. E’ fermarsi davanti allo spettacolo dell’anno di vita appena passato, assaporare il gusto della fatica fatta, delle soddisfazioni ricevute e rinvigorire l’energia per immaginare e tracciare il prossimo itinerario.

 

Di Sara Marchiori

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