Il VALORE DELLA GENTILEZZA: TRAINING per ORIENTARLA

Il signor Kiap ha cominciato a sfogliare un libricino posato sul podio finchè non ha trovato la pagina che stava cercando, e poi si è messo gli occhiali. “Non dovremmo forse inventare una nuova regola di vita … cioè cercare di essere sempre un pò più gentili del necessario?” A questo punto il signor Kiap ha alzato gli occhi sul pubblico. “Più gentili del necessario,” ha ripetuto. “Che frase meravigliosa, non è così? Più gentili del necessario. Perché non è sufficiente essere gentili. Bisogna essere più gentili di quanto ci viene richiesto”. Palacio, Wonder

 

Fermo stop. Questo articolo vuole essere una riflessione emotiva rispetto al periodo finale di un anno intenso. Ci si avvia verso la fine dell’anno 2022. E’ un buon momento per cominciare a fare un bilancio su come sono andati questi 12 mesi. Ed orientare la propria bussola verso le prossime 8760 ore della nostra vita.

STATO DELL’ARTE DI UN ORIENTATRICE (ed immagino, non solo) VERSO FINE ANNO

Bhe che abbia le occhiaie e che l’ultimo taglio di capelli risale a qualche tempo fa importa poco.

E’ quello che rappresenta questo stato fisico che è più interessante e che può essere degno di condivisione. Infatti, è la mappa delle mie miglia (in macchina ed a piedi) incontrando persone a cui ho pensato nelle mie giornate, che ho sentito e con cui sono entrata in contatto: cognitivamente ed emotivamente.

Se a livello cognitivo, abbiamo scritto diversi articoli, come Orientare Oggi, a livello emotivo possiamo rischiare di spendere qualche parola in più.

Dai disoccupati, ai ragazzi delle scuole medie, agli insegnanti, ai genitori, ad imprenditori e colleghi, quest’anno l’incrocio e la trasmissione emotiva è stata intensa: alle volte fluida, alle volte ruvida, alle volte colorata, alle volte a tinte scure. Piena. Alle volte, totalizzante.

“L’essenziale è invisibile agli occhi”, diceva qualcuno. Ecco, vivere ed accogliere questo tipo di flusso credo sia un’arte. Saperlo leggere, contestualizzare ed orientare credo sia strategico ed avvincente.

CHE EMOZIONI GIRANO NELL’AMBIENTE?

Esperimento: accendi la radio ed ascolta le notizie, cosa senti? Apri i giornali, leggi un articolo di cronaca. Cosa senti? Accendi la tv e guarda un talk show, un telegiornale. Cosa senti? Leggi un post sui social, cosa senti?

Siamo circondati da persone che urlano, si insultano, sbraitano, si interrompono reciprocamente. Viviamo in mezzo a persone con cui ci confrontiamo, giochiamo, studiamo, lavoriamo. Insomma, respiriamo e fluiamo all’interno di un contesto dove lo scambio interpersonale è frequente, alle volte intenso.

 

Sicuramente a livello cognitivo, capiamo le notizie, ci facciamo un’idea ed attiviamo lo spirito critico che c’è in noi. Sentiamo gli altri ed attiviamo i neuroni per rispondere alla situazione ed alle persone che ci circondano.

 

Ma cos’è che genera spesso stanchezza, nervosismo e stress? Si sa il lavoro con il cervello, fa usare energia e, di conseguenza, fiacca. L’impressione è che sempre più spesso lo stress e il nervosismo, la stanchezza, siano generati anche dalla fatica nel comprendere e direzionare il flusso emotivo, o meglio ad orientarlo rispetto ad un obiettivo.

COSA SONO LE EMOZIONI?

A livello neurobiologico le emozioni sono sostanze chimiche: neuropeptidi. Una classe di neurotrasmettitori derivanti da una stringa di proteine neuropeptidiche che formano una struttura univoca, tipo chiave (e credo non sia un caso!). Fluiscono nel cervello e nel corpo ed influenzano fisico e mente. L’ipotalamo fabbrica queste molecole, il talamo regola il flusso dei segnali chimici e li smista, innescando il rilascio di varie sostanze chimiche.

 

Queste sostanze hanno un impatto su quasi tutte le funzioni del cervello e del corpo: sono informazioni che, nel momento in cui vengono ascoltate, possono determinare il focus della nostra attenzione.

 

ALLENAMENTO… provare per credere!

 

  • Il tuo compagno di banco ha fatto la spia ed ha riportato al professore che avevi il bigliettino durante la prova
  • La scuola con cui avevate preso accordi per un progetto, fissato le date ed il budget, chiede una riduzione dello stesso e il cambiamento delle date previste
  • Il capo reparto entra in fabbrica e sbraita, dando indicazioni alla rinfusa
  • I ragazzi della 2B fanno caciara durante la lezione e continuano a sghignazzare

 

Leggi le situazioni:

 

Su cosa si concentra la tua attenzione? Tendi a scendere nel dettaglio, sei quindi molto analitico, oppure ai dati, preferisci le sensazioni e dai priorità alle informazioni “di pancia”, quelle emotive appunto?

 

Proprio perché sono informazioni, puoi utilizzare le emozioni, sia per potenziare la consapevolezza di te, che per avviare la gestione del flusso emotivo da direzionare.

Il primo step è comprendere dove sei posizionato (ecco che ritorna la domanda orientativa per eccellenza!) rispetto alla percezione delle situazioni.

 

Sei abile nel verbalizzare le emozioni? E nel comprendere le sfumature? Sei ad un buon punto sulla Self Awareness emotiva.

 

Puoi procedere con un upgrade: disinnescare il tuo pilota automatico.

L’80% dei comportamenti che attiviamo sono frutto di abitudini consolidate e schemi di riferimento che assorbiamo nel corso degli anni. Disinnescare il pilota automatico, significa rallentare (ops, ancora un trucco orientativo), ascoltare (anche) il flusso emotive e lavorare in quel 20% : spazio magico per il Self Management. Questo permette di agire in relazione a ciò in cui si pensa e si sente, diventando pro attivi all’interno delle proprie azioni (se fossi in una delle situazioni lette sopra, quali alternative vedresti di fronte a te? Cosa sentiresti?) e … direzionandole.

 

Bhe il terzo step è da veri professionisti. Self Direction. Ovvero agire per uno scopo. Allenarsi per direzionare il flusso emotivo, in coerenza con ciò che si pensa e rivolgerlo per mettere in pratica la propria vision del mondo è, a dir poco, adrenalinico e potente.

 

Come tutti gli allenamenti … funziona nel momento in cui si è costanti e … gentili con sè stessi, oltre che con gli altri.  

IL VALORE (aggiunto) DELLA GENTILEZZA

La gentilezza è un’emozione che può essere confusa con la remissività. Nulla di più lontano. Sforzarsi di essere gentili non comporta essere remissivi, non significa farsi mettere I piedi in testa. Al contrario, essere gentili, o meglio, usare la gentilezza come flusso emotivo, può essere un veicolo potente per arrivare ai propri obiettivi, per farsi capire e… per spendere meno energia. In un mondo un po’ “rude” (inglesismo … ma anche nella versione italiana, non suona male!), la gentilezza può essere perfino un atto di coraggio e di ribellione. Senza contare poi i vantaggi fisici ed energetici. Ri-orientare la bussola verso azioni gentili aumenta la dopamina, migliora l’umore e può portare ad esprimere la migliore versione di noi.

 

 

Di Sara Marchiori

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