IO o NOI?

noi-gruppo

Prendo spunto da alcune frasi tratte dal libro di Will Storr La scienza dello storytelling per affrontare un focus molto importante nell’attività orientativa ossia: le scelte che si prendono, quelle importanti della vita, sono affare proprio – “riguardano solo se stessi”- oppure visto che avranno un effetto sul proprio sistema di appartenenza riguardano anche un Noi più generale?

 

Storr nel suo testo racconta come “i bambini occidentali vengono allevati in una cultura individualista che ha avuto origine circa 2.500 anni fa nell’antica Grecia”. Interessante il nesso che Storr evidenzia fra paesaggio e evoluzione psicologica. Quel territorio roccioso e collinare non avrebbe favorito comportamenti collettivi, come l’agricoltura. 

 

Le Olimpiadi rappresentano una competizione tra individualità ben distinte, in cui c’è un vincitore e un perdente. Il mito di Narciso diventa una storia che mette in guardia da un amore eccessivo sfuggito di mano. A proposito di Narciso: oggigiorno si è trasformato da Mito in Disturbo. 

 

Alcune stime sottolineano come il Narcisismo sia diffuso dal 2% al 4% fra la popolazione adulta. Per correttezza: quella occidentale. Individuo, come scrive Massimo Angelini in “Ecologia della parola” vuol dire semplicemente non diviso. “Individuo ci parla di un’unità conclusa i sé, la cui identità è delimitata dai propri confini, un’unità che basta a sé stessa in una illusoria autosufficienza.”

cavaliere

La diffusione dell’individualità ha portato alla creazione e diffusione di un modello letterario in cui c’è un protagonista che affronta delle sfide, sconfigge un Drago e riporta al castello una principessa. Si tratta di una riduzione ai minimi termini di una concezione molto diffusa nella nostra società: quella dell’eroe auto-referenziale che sceglie guidato dalla propria individualità. 

 

Con coerenza difenderà un’idea di ciò che per lui è giusto e sbagliato, bello e brutto, onesto e sleale. I miti greci tendono a strutturarsi in tre atti l’inizio, lo sviluppo e il finale…crisi, lotta, soluzione. Non si tratta solo di racconti, ma di modelli di percezione, che trasmettono l’idea che un solo individuo coraggioso possa cambiare l’intero corso delle cose. Ed essendo modelli influenzano la formazione del sé fin da bambini. 

 

Tutto questo che cosa ha che fare con il mio lavoro di Orientatore? L’orientamento nel corso della storia dell’uomo ha più volte cambiato veste. In sintesi:

 

  • Pratica informale addetta a provvedere alla difesa, al mantenimento e alla crescita della ricchezza della comunità (non conta cosa vuoi tu, ma di cosa ha bisogno il tuo villaggio)
 
  • Pratica addetta a promuovere la scalata sociale di un gruppo famigliare (non conta cosa vuoi tu, farai ciò che alimenterà la ricchezza della tua famiglia)
 
  • Pratica formale di selezione per partecipare alla crescita produttiva di una Nazione (non conta cosa vuoi tu, farai ciò per cui sei portato per la società)
 
  • Pratica formale di valorizzazione delle risorse individuali (hai un’attitudine, sei bravo in: avrai successo!)
 
  • Pratica formale che tiene conto della motivazione e delle risorse personali (se vuoi e puoi il mondo è qui per te: avrai successo!)
 

Con il tempo l’orientamento è passato da una considerazione nulla dell’individuo a una in cui è totale.

Storr confronta il modello individualista occidentale con quello che è emerso in Oriente. Anche in questo crea un nesso fra paesaggio e diffusione di una cultura. Il territorio ondulato e fertile dell’antica Cina era l’ideale per promuovere comportamenti collettivi. Il miglior modo per esercitare il controllo sul mondo era, da quelle parti, garantire il successo del gruppo, non del singolo. Questa teoria collettiva del controllo portò a un’idea collettiva del sé.

 

Confucio dice che l’uomo nobile di animo è colui che pratica il giusto mezzo con perseveranza e preferisce non ostentare.

 

Mentre per i Greci l’individuo rappresentava l’agente principale, per i Cinesi era la collettività. Per i Greci la realtà era costituita da singole parti e componenti; per i cinesi da un campo di forze interconnesse.

 

Non è un caso che in Oriente le autobiografie emergono molto dopo rispetto che in Occidente. Nelle storie orientali raramente viene fornito un finale risolutivo, una risposta, insomma nessun “ e vissero felici e contenti”. 

 

La struttura narrativa giapponese è costituita da quattro atti: nel primo si fa conoscenza dei vari personaggi, nel secondo si sviluppano le vicende, nel terzo si assiste a una svolta o a un evento che, in alcuni casi, sembra incongruo; nell’ultimo atto si è invitati a una sorta di finale aperto, a ricercare l’armonia del tutto.

Lo psicologo, Uichol Kim, sottolinea come questo tipo di Narrativa non dà soluzioni: “nella vita non esistono risposte già pronte. Spetterà a voi trovarle.”

 

Un modello questo agli antipodi di quello occidentale, che presenta sia virtù che difetti. Una cultura sociale concentrata troppo sulla collettività può portare all’annullamento dell’identità e libertà personale.

 

Spunto: forse la soluzione non sta nel collocarsi da una parte o dall’altra, questo è giusto questo è sbagliato. Forse sta nel cambiare punto di osservazione.

 

Interno: io e basta (individualista)

 

Esterno: io parte di altre migliaia di Io (collettivista)

 

Grandangolare: da io a persona che partecipa alle dinamiche di un Sistema (inteso come Mondo) in perenne cambiamento, ma in cui ho una responsabilità individuale, parte delle scelte collettive.

 

 

Riprendendo un passo di Angelini: “L’unicità che caratterizza la persona, è propria di ciò che vive, che conosce ripetizione, come ciascun momento che non può essere ripetuto. Lo è ogni persona, ogni incontro, ogni storia; nulla di ciò che vive è mai stato prima e sarà più, unico per sempre e, perché unico e prezioso. L’ostinata ripetizione appartiene alla cultura della fotocopia, del modulo, dello standard, dell’uguaglianza ideologica…”

Come orientatore cosa posso fare?

 

Un primo passo è alimentare la curiosità: allarga lo sguardo e modifica le convinzioni personali. Curiosità di Sé, dell’uomo, della Comunità, del Mondo, del Sistema. Da quel momento l’occhio (in veste di rappresentante dei sensi) comincerà a selezionare nuovi dettagli fra gli stimoli da cui è colpito continuamente. L’occhio interno potrà cogliere le connessioni del Sistema di cui si è parte. La scelta diventerà uno strumento per essere, consapevolmente, agente di cambiamento.

 

La storia della propria voce sarà un racconto intrecciato a quello continuo della Vita, in cui però avrò una responsabilità e sarò dunque in grado di cercare, individuare e dare risposte.

 

 

 

Di Massimo Ravasi

Condividi questo articolo:

Potresti leggere anche:

CRONACA ORIENTATIVA

Periodo intenso per Orientareoggi. Con l’inizio della scuola sono partite le attività di orientamento dedicate agli alunni della prima media (Scuola Secondaria Primo Grado).  

LEGGI TUTTO »

EVENTI ORIENTATIVI

“I punti di vista costruiscono la realtà” I battenti si sono riaperti e il buon vecchio “tan – tran” è rientrato nella quotidianità. Le strade

LEGGI TUTTO »

LA MIA PRIMA AFRICA

Sono le 6 di mattina. Il sole splende già sull’orizzonte. È ancora leggermente fresco, ma tra poco farà caldo. Tanto caldo. Qui a Garoua, nel

LEGGI TUTTO »

VENDEMMIA ORIENTATIVA

Settembre è un mese ricco di eventi formativi per Orientareoggi, quasi una vendemmia dopo tanto lavoro dedicato al vigneto Orientamento.   Negli ultimi mesi dai

LEGGI TUTTO »

RIAPRONO I BATTENTI

È l’ultima newsletter di un agosto particolarmente caldo in procinto di lasciare il suo posto al mese successivo in cui riapriranno le porte delle scuole.

LEGGI TUTTO »