Prospettive di osservazione e riflessione
10 giugno 2004: suona la campanella e mi trovo all’Happy Bar con la cerchia. Da lì ci rivedremo agli esami di maturità e poi … c’è chi ha le idee chiare e chi procrastina. E poi ci sono io che ed apro una parentesi per osservare meglio ciò che desidero. Le parole che nella mia mente si illuminano come led sono: società, internazionale, politica, mondo. Eccolo lì, il mio idealismo che torna alla ribalta e che mi rimanda il mio perché: contribuire ad un mondo più giusto ed equo.
Comincia così il processo che, osservato con gli occhiali di oggi mi permette di fare della meta cognizione e descriverlo all’interno della newsletter di Orientare Oggi.
FOCALIZZARE LE DIMENSIONI
La prima focalizzazione va sulle due dimensioni coinvolte all’interno della nuova scelta che mi accingevo a fare:
- La prima ha a che fare con l’orientamento interno
- La seconda con l’orientamento rivolto al mondo esterno
Per quanto riguarda l’area del sé stessi, può essere sintetizzata con due macro domande:
- Cosa desidero fare?
- Che cosa sono e cosa potrei essere in grado di fare?
Attraverso questi due quesiti si possono mappare, in primis interessi, ma anche motivazione, quindi il perché desidero portare avanti un determinato corso di studi piuttosto che un altro, e personalità. Dall’altra, si riescono a mettere in luce aspetti relativi alle attitudini, quindi le competenze e le conoscenze apprese nel corso delle esperienze scolastiche fino al diploma. Infine, nell’area del sé rientra anche quello che è l’atteggiamento verso lo studio e la visione del lavoro.
Per quanto invece riguarda il mondo della formazione e del lavoro, le domande che ci si possono porre sono maggiormente legate ad un piano di azione e sono:
- Cosa è possibile fare?
- Attraverso quale percorso?
Si possono quindi analizzare i diversi vincoli economici, culturali e sociali, i settori emergenti all’interno dell’economia, le opportunità di lavoro, la legislazione e i contratti. Da qui, poi si può scegliere quale strada intraprendere tra università, Alta Formazione (tra cui quella Artistica, Musicale, Coreutica), ITS, IFTS.
SE’ STESSI e IL CORAGGIO DEL VUOTO.
Il momento della scelta post diploma, può diventare così un momento di parentesi da cui osservare l’immensità di bivi e di sentieri che possono essere intrapresi per entrare nel mondo del lavoro. Ecco forse, che fermarsi e approfondire, fare del vuoto, dello spazio per prendere il “sentiero del ben-essere” può essere davvero un atto di coraggio.
Il coraggio del vuoto apre spazi di riflessione che permettono di recuperare il valore di quanto fatto fino ad ora e può essere una scelta generativa, ovvero rivolta al futuro ed alla creazione di strategie d’azione.
Ed è proprio con la nuova maturità che si possono osservare con più chiarezza:
- I semi generativi: riscoprire con più chiarezza come nella propria storia ci lavoretti saltuari, sport a livello agonistico e volontariato, e come queste siano esperienze che hanno potenziato competenze tecniche e trasversali e possono cominciare a costruire le radici di una scelta. Saperli scegliere non è banale.
- I segnali che possono essere colti, chiedendosi:
- L’ultima volta che ho letto un libro era legato alla tematica del_______________
- Mi sono interessato a quell’articolo ________________________ perché
- L’ultima volta che ho costruito conversazioni prototipo è stato con_________________
- Sto entrando in contatto con persone vicine o lontane dal mio ambito di interesse …
Fare caso a questa dimensione, significa portare l’attenzione verso quelle attività, che sfuggono all’interno del vivere quotidiano, ma che può consegnare, segnali deboli, che rivelano una direzione.
- I trend: ovvero quei valori, quegli elementi che stanno emergendo come importanti per il sé e che possono rispondere alla domanda “come voglio contribuire al mondo, ora che mi accingo ad entrarvi come lavoratore/studente con qualche esperienza in più?”
Riguardando alla parentesi aperta a giugno del 2004, con la professionalità di oggi mi rendo conto che ho vissuto un processo orientativo molto interessante. Ho utilizzato, a modo mio, il concetto che oggi possiamo definire intelligenza orientativa e che viene approfondito e curato da Marco, protagonista di “Anime Colorate” romanzo formativo di Massimo Ravasi. Un’occasione per darsi un tempo di riflessione orientativa.
Di Sara Marchiori