“NON ESISTE ESPERIENZA FUORI DALLA CONSAPEVOLEZZA”

Energia osservata, plasmata ed orientata al ben – essere 

 

Giornata fresca e di sole, mi preparo per il risveglio muscolare e mi affaccio alla finestra: sento l’energia della terra che mi fa partire verso una nuova giornata. Energia del sole, energia dell’aria … energia chimica e vitale.  

 

“L’energia chimica è una forma di energia interna immagazzinata nei legami chimici. Essa varia nelle reazioni chimiche, che possono produrne un aumento sfruttando un assorbimento di calore, o una riduzione, attraverso la formazione o rottura dei legami.”  

 

Grazie a Wikipedia, che mi lancia un insight per la riflessione della newsletter di Orientare Oggi di questa settimana. L’energia varia, l’energia forma e rompe legami, l’energia, quindi, produce movimento. Ed è su questo punto che si focalizza il mio interesse rispetto all’approfondimento sulla consapevolezza. 

 

Infatti, il movimento caratterizza l’esistenza umana, in ogni sua forma. Il respiro è il primo movimento che facciamo alla nascita ed è quello che ci accompagna fino all’ultima espirazione. Movimento che ci guida in ogni scoperta ed in ogni momento in cui esploriamo, leggendo un libro, ascoltando musica, gustando un gelato, accarezzando un animale, sentendo il profumo dell’erba appena tagliata. E tutto ciò rende possibile la conoscenza di parti di noi e del mondo che ci circonda.  

 

Derivato di “con – sapere”, la consapevolezza è quell’energia, intima e potenziale che diventa risorsa cruciale per gustare il viaggio terreno. La consapevolezza non è un superficiale tenersi informati, nè un semplice sapere, ma una conoscenza più profonda, che, nel caso dell’intelligenza orientativa, ha l’obiettivo di potenziare il dialogo tra i diversi atomi presenti in noi.  

 

La consapevolezza può essere definita una virtù, ed è l’energia più potente che abbiamo per esperire2, per riflettere, di volta in volta, la luce su alcuni elementi che ci compongono e di cui prendiamo conoscenza.  

 

Se si potesse paragonare alla luce di un faro, la consapevolezza può essere rivolta sia verso il mondo esterno, e quindi verso gli oggetti che possiamo conoscere attraverso i sensi, sia verso il nostro mondo interno, quindi i nostri pensieri e le nostre sensazioni.  

 

Il processo è interessante in entrambe le sue dimensioni: se l’attivazione sensoriale permette di sperimentare, è altrettanto vero che riflettere la luce della conoscenza appresa, sui pensieri e le sensazioni provate, regala squarci di panorami mozzafiato….  

 

Da Osservare e da costruire …. 

Nella metodologia di Orientare Oggi, non mancano alcuni verbi che orientano l’energia della consapevolezza. Questa è la nostra mappa:  

  • Osservare: attività apparentemente semplice. Aprire e chiudere gli occhi ci permette di avvicinarci ed allontanarci dalla realtà esterna per entrare maggiormente in contatto con la nostra realtà interna. Amplificare questa dinamica è il primo step per avvicinarci alla conoscenza e dirigere l’energia verso il 
  • Sentire: ciò che sto facendo, ciò che sto provando, le vibrazione e le reazioni chimiche che sto vivendo. Sentire, nell’accezione più profonda di ascoltare, sia con l’orecchio esterno, che con l’orecchio interno, ci fa accedere ai legami tra gli elementi e ci permette di vedere i fasci di luce che si intrecciano per poi 
  • Esplorare: perlustrare con attenzione al ben – essere (personale e collettivo) il gomitolo luminoso ed intrecciato e scegliere con quale filo iniziare la personalissima composizione del mio viaggio su Gaia 
  • Generando: alternative (alter: altre; native: nascite), ovvero nuove nascite di azioni e reazioni energetiche.  

 

L’ELEMENTO SEGRETO 

La mappa racconta di un viaggio e porta luce sulla conoscenza di un metodo. Puntando il nostro faro all’interno, l’elemento segreto, che, di volta in volta, rende speciale i viaggi che facciamo con le persone è: l’atto di coraggio.  

 

“Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia.” 

 

Derivato da cor, cuore, l’atto di coraggio è il prestare l’ampiezza del petto all’incerto, è il dialogare con la paura di scoprire alcune zone in ombra per cambiare, con consapevolezza, mettendo in luce chi realmente si è, osservando da un’altra prospettiva le proprie composizioni chimiche ed, ogni tanto, azzardando a scegliere anche quella meno conosciuta.   

 

 

Di Sara Marchiori 

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